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Lunedì, 25 Maggio 2015 12:35

Sermone di Pentecoste 2015 (Giovanni 14,23-28)

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Testo della predicazione: Vangelo di Giovanni 14,23–28

«Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia, ma è del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose, stando ancora con voi; ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto. Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti. Avete udito che vi ho detto: “Io me ne vado, e torno da voi”; se voi mi amaste, vi rallegrereste che io vada al Padre, perché il Padre è maggiore di me.»

Sermone

Il capitolo 14 del Vangelo di Giovanni, inizia con la frase pronunciata da Gesù: «il vostro cuore non sia turbato»; frase che si ripete anche al versetto 27. Cosa può significare per noi oggi questa frase? L’essere coscienti del fatto che siamo in buone mani, quelle di Dio, e che Dio non ci abbandona nelle turbolenze dell’esistenza, ma ci accompagna, ci consola, ci fortifica, ci restituisce gioia e futuro.

Questo brano mette anche in evidenza come il Dio di Gesù Cristo sia un Dio plurale, che si mostra e che si avvicina a noi in molti modi e con molti volti: Padre, Figlio, Spirito. E lo Spirito Santo è una specie di filo rosso che lega tutti questi modi di Dio di venire a noi: lo Spirito che si manifesta nel momento del battesimo di Gesù, lo Spirito che scende sui discepoli riuniti a Gerusalemme nel giorno della Pentecoste, lo Spirito che accompagna il nostro stare insieme oggi nel nome di Gesù Cristo.

È lo stesso Spirito che ci fornisce gli strumenti per affrontare il mondo ed essere testimoni, nel nostro tempo, della sua morte e della sua risurrezione. Quello Spirito che insegna, aiuta a ricordare, ad amare; custodire e vivere la sua Parola, custodirla vivendo ed amando.

«Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore», diceva Gesù al versetto 2. «Noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui», afferma al versetto 23. Cambia la direzione, il vento... Dio ha molte dimore, ci può certamente ospitare ed accogliere presso di Lui. Ma qui si afferma che c’è anche il movimento opposto: Dio ci raggiunge e chiede a noi di accoglierlo, di ospitarlo, di fare di noi e della nostra vita la sua dimora. Vuole mettere radici nelle nostre vite e trasformarle in alberi che danno frutti abbondanti per il mondo intero e la sua umanità.

Questa è la grande e bella notizia di questa giornata: noi siamo la dimora di Dio, voi siete il tempio di Dio, come direbbe l’apostolo Paolo. Nessuno e nessuna di noi è troppo piccolo o inadeguato da non poter essere la dimora di Dio. Dio vuole cominciare e ricominciare ogni giorno da te, caro fratello e cara sorella, da ognuno ed ognuna di noi. La sua pace, bella, forte, duratura, contagiosa, vi accompagni nella gioia e nella speranza. Amen!

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Diacono Dario Tron

Consacrato come diacono, ha svolto il suo ministero dal 1982 al 1984 come diacono a Prali, dal 1984 al 1997 come diacono e animatore giovanile per il terzo Circuito nella Val Germanasca. Dal 1997 al 2001 è stato diacono presso la chiesa di Villar Pellice e dal 2001 al 2009 presso la chiesa di Rorà. Tra il 2009 e il 2011 metà tempo a Rorà e Luserna S.G.
Dal 2011 è diacono presso la chiesa di Luserna San Giovanni.

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