Culto domenicale:
ore 10,00 Tempio dei Bellonatti
Numero di telefono del presbiterio: 0121.30.28.50
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Archivio di notizie ed eventi.
A causa delle misure precauzionali contro l'epidemia del virus Covid-2019, tutte le attività di culto sono sospese fino ad aprile.
Per sopperire al disagio, vi indichiamo modi alternativi per seguire i culti domenicali e le meditazioni, in collaborazione con RBE - Radio Beckwith Evangelica (Pagina Facebook).
L’ascolto che ci unisce, breve meditazione quotidiana radiofonica e video
Tutti i giorni alle 9,30 e 19,30
Studio biblico settimanale radiofonico e video 15 min. circa, il mercoledì alle 20,30.
Culto evangelico
Domenica alle 10 e in replica alle 19
Domenica 15 culto video alle 10,30
Da domenica 22 culto video alle 10 in contemporanea a quello radiofonico
Domenica 15 avrà quindi luogo un culto radiofonico alle ore 10,00 a cura di Michel Charbonnier e un culto video alle ore 10,30 a cura di Giuseppe Ficara e Marco Di Pasquale.
Da domenica 22, i due culti si uniscono in un unico prodotto.
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Nell'ambito dell'iniziativa #iorestoacasa, Riforma mette a disposizione gratuitamente l'ultimo numero in edizione digitale, basta collegarsi al sito internet e seguire il collegamento sulla destra della pagina.
A causa della proroga del decreto regionale inerente le misure precauzionali contro l'epidemia del virus Covid-2019, il culto è sospeso per domenica 1 marzo in tutti i luoghi di culto.
Per sopperire al disagio, vi indichiamo modi alternativi per seguire il culto di questa domenica, in collaborazione con RBE - Radio Beckwith Evangelica (Pagina Facebook).
Conferenza del professore Lothar Vogel, docente di Storia del Cristianesimo nella Facoltà valdese di teologia di Roma.
Cinquant'anni fa, quando ci celebrava il 450° anniversario della Riforma, un titolo come quello che mi avete proposto per l'intervento di questo pomeriggio sarebbe stato impensabile. "Che cosa (non) è successo nella Riforma?" La formulazione, e in particolare il "non" tra parentesi, trasmette un forte senso d'incertezza sulla Riforma. E questo non è soltanto un problema di chi ha coniato il titolo; in realtà, quest'anniversario è generalmente caratterizzato da interrogativi: Che cos'è stata la Riforma? Quando ha cominciato e quando si è conclusa? Qual è il suo contenuto, ossia ciò che ne resta, il perno che giustifica la commemorazione e che ci può dare orientamento anche oggi?
La scomparsa di Franco Giampiccoli, già direttore dell’«Eco delle valli valdesi – La luce» e moderatore della Tavola valdese
«Nel mio servizio per la Chiesa ho fatto tante cose, ma il lavoro di direzione all’“Eco delle valli valdesi – La luce” mi ha coinvolto come pochi altri incarichi: fornire alle nostre chiese, tutte le settimane delle notizie e delle riflessioni per dieci anni…». Questa rievocazione piena di soddisfazione per il lavoro svolto ma anche di riconoscenza per averne avuto la possibilità, era stata espressa più volte dal pastore Franco Giampiccoli, deceduto questa mattina – 9 luglio – a Torre Pellice, e riassume compiutamente l’atteggiamento che egli avuto nell’esercizio del suo ministero.
Direttore del centro ecumenico di Agape dal 1966 al 1971, moderatore della Tavola valdese dal 1986 al 1993, era stato anche direttore del settimanale antesignano di Riforma dal 1976 fino al Sinodo del 1986. E proprio negli anni della sua moderatura maturò nelle chiese battiste. metodiste e valdesi la convinzione dell’importanza di avere un settimanale comune, la cui creazione sarà sancita dall’Assemblea battista/ Sinodo valdese congiunti di Roma (1990); questo strumento che sarà Riforma a partire dal gennaio 1993.
Due libri recenti, uno in arrivo e una mostra torinese
All’approssimarsi della Giornata della Memoria, puntualmente si riaffacciano anche alcuni dubbi, in parte giustificati. Si teme che una giornata celebrativa cancelli l’attenzione sulla Shoah per il resto dell’anno e che, come per tutte le ricorrenze, gli eventi di cui si parla vengano «ingessate» in una serie di rituali un po’ manierati. A questi dubbi credo venga una risposta da Primo Levi, nonostante ci si avvii nei prossimi anni al trentennale della sua scomparsa.
Il corpus delle opere di Primo Levi è una sorta di compendio di tutte le possibili riflessioni, già scritte, e anche future, intorno alla Shoah. Lo dimostrano due libri di recente pubblicazione: l’antologia, curata da Ernesto Ferrero, Ranocchi sulla luna e altri animali (Einaudi 2014), che raccoglie racconti, articoli e poesie uscite nell’arco di molti anni dalla macchina per scrivere e poi dal primo Macintosh di Levi; e il quinto (ultimo per ora) volume delle «Lezioni Primo Levi», organizzate annualmente dal Centro internazionale di Studi Primo Levi (Torino). La storica Anna Bravo ha firmato Raccontare per la storia (Einaudi 2014, in edizione bilingue italo-inglese), in cui dimostra come le riflessioni del chimico-scrittore, specialmente nello sconvolgente I sommersi e i salvati, offrano allo storico dei metodi, dei paradigmi interpretativi, che stroncano banalità e luoghi comuni imperanti fino a metà degli anni 80 (l’interesse rivolto principalmente ai deportati politici, la superficialità con cui si guardava all’interiorità e ai comportamenti degli internati). Ancora oggi, sottolinea Anna Bravo, si fanno travisamenti quando la famosa «zona grigia», in cui Levi collocava quei prigionieri che si trovarono ad avere degli incarichi nella macchina del Lager e che poterono evitarne in parte le peggiori conseguenze, viene considerata una terra di nessuno in cui collocare tutti coloro che «non prendono posizione». La realtà era ben diversa: il caso, l’arbitrio collocavano questo o quel prigioniero in un rango diverso dagli altri, ma poi qualunque minimo episodio, qualunque minimissimo privilegio (come condividere poche gocce d’acqua, cosa che Levi stesso fece con un amico, ma non con un secondo amico) può scavare un solco incolmabile là dove ci si aspetterebbe una resistente solidarietà.
Il moderatore della Tavola valdese Eugenio Bernardini, commenta la deliberazione della Corte dei Conti sull’otto per mille
"Pronti a discuterne criteri e ammontare ma rivendichiamo il principio dell'utilità sociale dei fondi ricevuti e distribuiti dalla Chiesa valdese"
“Valuto molto positivamente l’iniziativa di controllo della Corte dei conti sul funzionamento e utilizzo delle risorse attribuite con l’otto per mille, anche se devo rilevare che è la prima volta che accade in quasi trent’anni di esistenza di questo particolare meccanismo", ha dichiarato all'Agenzia Nev il moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini, in seguito alla deliberazione della Corte dei Conti resa pubblica lo scorso 28 novembre, sul meccanismo riguardante la ripartizione dei fondi, per cui i beneficiari «ricevono più dalla quota non espressa che da quella optata”. Per i magistrati contabili il sistema, così com'è impostato, non rispetta “i principi di proporzionalità, volontarietà e uguaglianza”. Pertanto, la Corte ritiene “opportuna una rinegoziazione" tra Stato e confessioni religiose.
Il moderatore Bernardini, apprezzando l’impianto generale dei rilievi mossi dalla magistratura contabile, ritiene «giusto chiedere criteri rigorosi sia nell’attribuzione dei fondi che nel resoconto del loro utilizzo, così come è giusto richiamare a una logica di sobrietà nelle campagne pubblicitarie.