Culto domenicale:
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Stanziati centomila euro per fronteggiare l'emergenza. L'intervista al pastore Daniele Bouchard, membro del consiglio esecutivo
Dal 12 al 22 ottobre si è svolta a Saly, in Senegal, l'VIII Assemblea generale della Comunità delle Chiese in Missione (Cevaa), organismo missionario che raggruppa trentasette chiese in Africa, Europa, Sudamerica e Oceania. L'Assemblea riunisce i delegati delle chiese membro e si svolge ogni due anni: nel 2012 è stata ospitata a Torre Pellice (To) e la prossima si terrà nel 2016 in Francia e sarà anche l'occasione per il rinnovo delle cariche, che rimangono operative per quattro anni.
Delegati per le chiese valdesi in Italia erano il pastore Daniele Bouchard, che è anche membro del Consiglio esecutivo Cevaa, la diacona Nataly Plavan e l'animatrice giovanile Cécile Sappé, rappresentante dei giovani nella Cevaa. "Famiglie, Evangelo e culture in un mondo che cambia" era il tema di quest'Assemblea, scelto per sottolineare l'azione comune delle chiese, del percorso e del confronto dei prossimi anni. «Un tema importante che fa sicuramente emergere differenze culturali e religiose, ma in modo trasparente e costruttivo - dice Daniele Bouchard - Realtà completamente diverse si sono confrontate sulla stessa parola: ma se per un europeo con "famiglia" s'intende un nucleo di due, tre al massimo quattro o più persone, per un africano invece rappresenta un gruppo di 50-100 persone, che non vivono ovviamente tutte sotto lo stesso tetto e nemmeno per forza nello stesso villaggio, ma sono unite da legami di parentela. Due mondi completamente diversi, ma non per questo impossibili da far coesistere».
Le 95 Tesi che Lutero affisse il 31 ottobre 1517 alla porta della chiesa del castello di Wittenberg, diedero inizio alla Riforma protestante che velocemente avrebbe influenzato profondamente l'Europa e il mondo intero. Per questo motivo esse sono state considerate come il "manifesto" della Riforma.
a cura di Gian Mario Gillio
Roma (NEV), 8 ottobre 2014 - Lo scorso 2 ottobre la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) ha promosso, insieme all'arcidiocesi di Agrigento e alla parrocchia di Lampedusa, l'incontro interreligioso "Memoria tra mare e cielo" parole e gesti per ricordare le 366 vittime affogate al largo delle coste dell'isola siciliana il 3 ottobre 2013. Abbiamo chiesto al pastore Massimo Aquilante, presidente della FCEI, di raccontarci l'atmosfera e i contenuti dell'incontro.
La FCEI ha organizzato e promosso la commemorazione "Memoria tra mare e cielo". A evento concluso, come valuta l'incontro?
L'incontro di Lampedusa si è svolto in un'atmosfera di straordinaria intensità spirituale. Significativa è stata la presenza di un folto gruppo di superstiti e di parenti delle vittime, donne e giovani eritrei che sono stati con noi, partecipando attivamente alla celebrazione interreligiosa con un momento di preghiera guidato dal prete eritreo Mussie Zerai, noto per aver salvato ed aiutato molte persone e migranti in difficoltà. Profonda e intensa è stata anche la partecipazione dei rappresentanti religiosi che, oltre a evangelici e cattolici, hanno partecipato all'iniziativa: ortodossi, musulmani, buddisti, sikh e mormoni. Un filo conduttore ci ha legato gli uni agli altri: la solidarietà, la speranza, la promessa. Una nota importante è stata la partecipazione dei lampedusani e del sindaco Giusi Nicolini. Molte persone, oltre trecento, hanno passato più di due ore nella splendida cornice naturale del Santuario della Madonna di Porto Salvo, da sempre luogo di soccorso, come ha ricordato il parroco dell'isola, don Mimmo Zambito, nel suo intervento di saluto.
L'invito a dedicare una preghiera per le vittime il prossimo 5 ottobre
Roma (NEV), 24 settembre 2014 - Il Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), nella sua riunione del 16 settembre, ha approvato un ordine del giorno in cui “esprime viva preoccupazione per la decisione del governo italiano di porre fine alla missione Mare Nostrum. Riconoscendo che dopo l’ennesima strage in mare del 3 ottobre 2013 l’operazione Mare Nostrum ha contribuito a dare forza all’Italia nella negoziazione di misure europee per l’accoglienza dei profughi, chiede al Governo di non concludere l’operazione prima che sia stato attivato un altro dispositivo ugualmente orientato al salvataggio in mare. Rinnova l’appello al governo italiano e alle istituzioni europee perché, di fronte alla strage che si compie sotto i nostri occhi, si apra un canale umanitario che consenta a profughi identificati presso le sedi diplomatiche di raggiungere le loro destinazioni in condizioni di sicurezza e rispettose degli standard dei diritti umani.
Un lavoro di Giovanni De Luna e Enrico Cerasuolo presentato al Prix Italia di Torino
Presentato in anteprima al Prix Italia, il più antico e prestigioso concorso internazionale per programmi radio, tv e web ospitato dalla Rai di Torino, il documentario “La Resistenza tra scelta e martirio” che, attraverso i diari e le lettere di tre grandi protagonisti della guerra partigiana , ripercorre gli scontri, le ansie e le speranze, raccontati in presa diretta, nel pieno del loro svolgimento, delle battaglie che hanno insanguinato le montagne piemontesi dal 1943 al 1945. Emanuele Artom, ebreo, Willy Jervis, valdese, e Leletta d’Isola, cattolica, rivivono attraverso i loro scritti, conducendo lo spettatore negli abissi dell’abiezione umana, della guerra e di tutto ciò che comporta. Il progetto è a cura dello storico Giovanni De Luna, docente di Storia contemporanea all’Università di Torino e celebre volto televisivo di programmi di stampo storico, e di Enrico Cerasuolo che ne cura anche la regia.
Lampedusa, Agrigento (NEV), 3 settembre 2014 - Lampedusa non ci sta ad essere dipinta come l'Isola che non c'è, non ci sta ad essere il palcoscenico dell'emergenza, così come i media l'hanno costruita alimentando nel resto del paese l'idea dell'invasione. Lampedusa non ci sta più a recitare questa parte e prova per la prima volta a reagire.
Quest'estate, più volte, i media hanno utilizzato il nome “Lampedusa” nelle notizie che parlavano delle tragedie in mare, anche quando queste avvenivano a centinaia di miglia dalle sue coste. Così, ancora una volta, la Lampedusa dell'emergenza è cresciuta geograficamente nella dimensione mediatica fino a diventare enorme quasi quanto la Sicilia, fino a lambire le coste della Libia e dell'Egitto, della Tunisia e di Malta.
Occorrerebbe chiedere ai giornalisti un'attenzione particolare sulle notizie, ma la semplificazione mediatica ha imposto talmente tanto il suo linguaggio che ogni azione da parte delle istituzioni locali in questo senso cade nel vuoto. Giustamente l'amministrazione è preoccupata di questa dinamica, lo sono i lampedusani, e lo sono gli imprenditori che vivono di turismo. E lo sono perché tutto questo produce un danno ad una popolazione che vive quasi esclusivamente di turismo.
Ci è capitato spesso sentire i turisti che vengono sull'isola dire che non si aspettavano questa Lampedusa che sembra Rimini o Riccione, ci è capitato spesso sentirli raccontare di come i loro parenti ed amici li sconsigliassero di fare questa vacanza “rischiosa”, e ci è capitato spesso di dover rispondere alla domanda “perché i media raccontano queste bugie?”.
Il culto di apertura presieduto dal pastore Claudio Pasquet
Roma (NEV), 13 agosto 2014 - L'annuale Sinodo delle chiese metodiste e valdesi si terrà, com'è tradizione, dal 24 al 29 agosto presso la "Casa valdese" di Torre Pellice (Torino). Tra i temi all'attenzione dei 180 sinodali - pastori e "laici" in numero uguale - figureranno la missione delle chiese nell'Italia e nell'Europa caratterizzate dalla crisi, la formazione giovanile e l'interculturalità, l'essere chiesa insieme, l'ecumenismo, il Cinquecentenario della Riforma nel 2017, la libertà religiosa in Italia e l'Otto per mille. Lo ha anticipato il moderatore della Tavola valdese, il pastore Eugenio Bernardini, a capo dell'organo esecutivo dell'Unione delle chiese metodiste e valdesi.
Francesco cita i valdesi definendoli “religiosi di prim'ordine”
Roma, 23 luglio 2014 - “E' un segnale di attenzione, di rispetto e di fraternità che non possiamo non raccogliere e per il quale ringraziamo”. Così ha reagito il moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini, alla menzione che papa Francesco ha fatto della chiesa valdese nella lunga intervista rilasciata ad Eugenio Scalfari, apparsa su “Repubblica” di domenica 13 luglio. Bergoglio ha definito i valdesi dei “religiosi di prim'ordine”, indicandoli insieme a pentecostali ed ebrei tra gli interlocutori ecumenici del suo pontificato.
“Papa Francesco conosce e stima i valdesi e questo ci fa piacere ma non ci deve stupire”, ha scritto Bernardini in un'ampia nota pubblicata sul sito www.chiesavaldese.org, ricordando come in Argentina esista il ramo sudamericano della chiesa valdese, ben radicato e attivo sul piano sociale ed ecumenico. Quello che invece stupisce, secondo il moderatore, è che “papa Bergoglio abbia voluto citare i valdesi insieme agli ortodossi, agli anglicani, ai pentecostali e agli ebrei, ovvero a comunità di fede infinitamente più grandi della nostra piccola chiesa.
Roma (NEV), 23 luglio 2014 - Manca appena un mese all'annuale Sinodo delle chiese metodiste e valdesi che si terrà, com'è tradizione, alla “Casa valdese” di Torre Pellice (Torino). Quest'anno i 180 delegati di chiese - per metà pastori e per metà “laici” - si riuniranno per i lavori sinodali dal 24 al 29 agosto. I temi che la Tavola valdese presenterà al Sinodo riguardano la vita delle chiese, la valutazione del nuovo sguardo sul campo di lavoro avviato negli anni scorsi, la formazione pastorale, il cammino dell'essere chiesa insieme, la diaconia, il progetto della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) Mediterranean Hope, il lancio di un quotidiano online da affiancare al settimanale cartaceo “Riforma”. “Nonostante le tante difficoltà, vogliamo affrontare i problemi che ci stanno di fronte con la gioia e la gratitudine a cui ci richiama la Parola di Dio”, ha dichiarato il pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese.
di Luca Baratto, curatore della rubrica radiofonica RAI "Culto Evangelico"
Ogni persona di fede diffida dalla religione. Diffida da quella ritualità formale, da quella pietà codificata, da quelle cerimonie collettive nelle cui pieghe i poteri di questo mondo fingendo di onorare Dio, trovano invece il modo di onorare se stessi e ingabbiare la dirompente buona notizia di Gesù. E' da questo è punto di vista – da quello della critica alla religione che parte dalla fede – che un protestante ascolta le parole di papa Francesco che scomunica i mafiosi e dei vescovi cattolici che propongono una moratoria sui padrini nei battesimi delle proprie diocesi ad alta densità mafiosa.
Naturalmente un protestante non può dare dei consigli su come si dovrebbe svolgere una processione. Un protestante, anzi, potrebbe obbiettare che da un suo punto di vista, una processione è un modo "sbagliato" di onorare Dio. Ma qui siamo di fronte a ben altro rischio: non l'onorare Dio in modo sbagliato, ma addirittura inchinarsi davanti ad un altro dio, totalmente diverso da quello di Gesù Cristo. Il rischio è quello di apostasia e rispetto a questo pericolo ogni cristiano, indipendentemente dalla chiesa a cui appartiene, deve sentirsi interpellato e unire la sua voce a quella dei suoi fratelli e delle sue sorelle.
Promosso dalla FCEI e dalla CCERS. Interverrà il presidente del Senato Pietro Grasso
Roma (NEV), 4 giugno 2014 - La libertà religiosa in Italia: questo il titolo del Convegno che si apre il 9 giugno alle 16.00 presso la Sala Zuccari del Senato (via della Dogana Vecchia 29). L’incontro, che proseguirà il giorno dopo alle 10 presso la Sala degli Atti Parlamentari del Senato (Piazza della Minerva 38) e dalle 15,30 nuovamente presso la Sala Zuccari, è promosso dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) in collaborazione con la Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato (CCERS).
Il convegno si struttura in tre sessioni: la prima, aperta dall’introduzione del presidente della FCEI pastore Massimo Aquilante, sarà dedicato al quadro storico e giuridico della questione. Oltre al sottosegretario alle Riforme e ai rapporti con il Parlamento, on. Ivan Scalfarotto, parteciperanno i giuristi Sara Domianello e Alessandro Ferrari, il sociologo Enzo Pace, i politologi Paolo Naso e Valdo Spini. A presiedere la pastora Maria Bonafede, membro del consiglio della FCEI.
Aquilante: le chiese e la politica esprimano una chiara condanna
Bernardini scrive a Gattegna: bandire dall'Europa ogni idea e comportamento antisemita
Roma (NEV), 28 maggio 2014 - "L'attentato di Bruxelles ci lascia attoniti sia per la sua brutalità sia per essere avvenuto nel cuore del nostro continente nei giorni delle elezioni europee”. E' quanto ha dichiarato il pastore Massimo Aquilante, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), all'indomani dell'attacco al Museo ebraico della capitale belga. “Credo - ha aggiunto Aquilante - che oltre ad esprimere solidarietà alle comunità ebraiche in Europa, le chiese, le istituzioni politiche e l'intera società civile debbano esprimere una risoluta e chiara condanna di ogni atto di antisemitismo, impegnandosi a combattere quest'ultimo in qualsiasi forma si presenti".
La condanna della Conferenza delle chiese europee e del CEC
Liagre e Tveit: le chiese siano solidali con le comunità ebraiche del continente