Culto domenicale:
ore 10,00 Tempio dei Bellonatti

Numero di telefono del presbiterio: 0121.30.28.50

NEV - Notizie Evangeliche

Agenzia stampa della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI)

URL del sito web: http://www.nev.it/

a cura di Gian Mario Gillio

Roma (NEV), 8 ottobre 2014 - Lo scorso 2 ottobre la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) ha promosso, insieme all'arcidiocesi di Agrigento e alla parrocchia di Lampedusa, l'incontro interreligioso "Memoria tra mare e cielo" parole e gesti per ricordare le 366 vittime affogate al largo delle coste dell'isola siciliana il 3 ottobre 2013. Abbiamo chiesto al pastore Massimo Aquilante, presidente della FCEI, di raccontarci l'atmosfera e i contenuti dell'incontro.

La FCEI ha organizzato e promosso la commemorazione "Memoria tra mare e cielo". A evento concluso, come valuta l'incontro?

L'incontro di Lampedusa si è svolto in un'atmosfera di straordinaria intensità spirituale. Significativa è stata la presenza di un folto gruppo di superstiti e di parenti delle vittime, donne e giovani eritrei che sono stati con noi, partecipando attivamente alla celebrazione interreligiosa con un momento di preghiera guidato dal prete eritreo Mussie Zerai, noto per aver salvato ed aiutato molte persone e migranti in difficoltà. Profonda e intensa è stata anche la partecipazione dei rappresentanti religiosi che, oltre a evangelici e cattolici, hanno partecipato all'iniziativa: ortodossi, musulmani, buddisti, sikh e mormoni. Un filo conduttore ci ha legato gli uni agli altri: la solidarietà, la speranza, la promessa. Una nota importante è stata la partecipazione dei lampedusani e del sindaco Giusi Nicolini. Molte persone, oltre trecento, hanno passato più di due ore nella splendida cornice naturale del Santuario della Madonna di Porto Salvo, da sempre luogo di soccorso, come ha ricordato il parroco dell'isola, don Mimmo Zambito, nel suo intervento di saluto.

L'invito a dedicare una preghiera per le vittime il prossimo 5 ottobre

Roma (NEV), 24 settembre 2014 - Il Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), nella sua riunione del 16 settembre, ha approvato un ordine del giorno in cui “esprime viva preoccupazione per la decisione del governo italiano di porre fine alla missione Mare Nostrum. Riconoscendo che dopo l’ennesima strage in mare del 3 ottobre 2013 l’operazione Mare Nostrum ha contribuito a dare forza all’Italia nella negoziazione di misure europee per l’accoglienza dei profughi, chiede al Governo di non concludere l’operazione prima che sia stato attivato un altro dispositivo ugualmente orientato al salvataggio in mare. Rinnova l’appello al governo italiano e alle istituzioni europee perché, di fronte alla strage che si compie sotto i nostri occhi, si apra un canale umanitario che consenta a profughi identificati presso le sedi diplomatiche di raggiungere le loro destinazioni in condizioni di sicurezza e rispettose degli standard dei diritti umani.

Lampedusa, Agrigento (NEV), 3 settembre 2014 - Lampedusa non ci sta ad essere dipinta come l'Isola che non c'è, non ci sta ad essere il palcoscenico dell'emergenza, così come i media l'hanno costruita alimentando nel resto del paese l'idea dell'invasione. Lampedusa non ci sta più a recitare questa parte e prova per la prima volta a reagire.

Quest'estate, più volte, i media hanno utilizzato il nome “Lampedusa” nelle notizie che parlavano delle tragedie in mare, anche quando queste avvenivano a centinaia di miglia dalle sue coste. Così, ancora una volta, la Lampedusa dell'emergenza è cresciuta geograficamente nella dimensione mediatica fino a diventare enorme quasi quanto la Sicilia, fino a lambire le coste della Libia e dell'Egitto, della Tunisia e di Malta.

Occorrerebbe chiedere ai giornalisti un'attenzione particolare sulle notizie, ma la semplificazione mediatica ha imposto talmente tanto il suo linguaggio che ogni azione da parte delle istituzioni locali in questo senso cade nel vuoto. Giustamente l'amministrazione è preoccupata di questa dinamica, lo sono i lampedusani, e lo sono gli imprenditori che vivono di turismo. E lo sono perché tutto questo produce un danno ad una popolazione che vive quasi esclusivamente di turismo.

Ci è capitato spesso sentire i turisti che vengono sull'isola dire che non si aspettavano questa Lampedusa che sembra Rimini o Riccione, ci è capitato spesso sentirli raccontare di come i loro parenti ed amici li sconsigliassero di fare questa vacanza “rischiosa”, e ci è capitato spesso di dover rispondere alla domanda “perché i media raccontano queste bugie?”.

Il culto di apertura presieduto dal pastore Claudio Pasquet

Roma (NEV), 13 agosto 2014 - L'annuale Sinodo delle chiese metodiste e valdesi si terrà, com'è tradizione, dal 24 al 29 agosto presso la "Casa valdese" di Torre Pellice (Torino). Tra i temi all'attenzione dei 180 sinodali - pastori e "laici" in numero uguale - figureranno la missione delle chiese nell'Italia e nell'Europa caratterizzate dalla crisi, la formazione giovanile e l'interculturalità, l'essere chiesa insieme, l'ecumenismo, il Cinquecentenario della Riforma nel 2017, la libertà religiosa in Italia e l'Otto per mille. Lo ha anticipato il moderatore della Tavola valdese, il pastore Eugenio Bernardini, a capo dell'organo esecutivo dell'Unione delle chiese metodiste e valdesi.

Francesco cita i valdesi definendoli “religiosi di prim'ordine”

Roma, 23 luglio 2014 - “E' un segnale di attenzione, di rispetto e di fraternità che non possiamo non raccogliere e per il quale ringraziamo”. Così ha reagito il moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini, alla menzione che papa Francesco ha fatto della chiesa valdese nella lunga intervista rilasciata ad Eugenio Scalfari, apparsa su “Repubblica” di domenica 13 luglio. Bergoglio ha definito i valdesi dei “religiosi di prim'ordine”, indicandoli insieme a pentecostali ed ebrei tra gli interlocutori ecumenici del suo pontificato.

“Papa Francesco conosce e stima i valdesi e questo ci fa piacere ma non ci deve stupire”, ha scritto Bernardini in un'ampia nota pubblicata sul sito www.chiesavaldese.org, ricordando come in Argentina esista il ramo sudamericano della chiesa valdese, ben radicato e attivo sul piano sociale ed ecumenico. Quello che invece stupisce, secondo il moderatore, è che “papa Bergoglio abbia voluto citare i valdesi insieme agli ortodossi, agli anglicani, ai pentecostali e agli ebrei, ovvero a comunità di fede infinitamente più grandi della nostra piccola chiesa.

Roma (NEV), 23 luglio 2014 - Manca appena un mese all'annuale Sinodo delle chiese metodiste e valdesi che si terrà, com'è tradizione, alla “Casa valdese” di Torre Pellice (Torino). Quest'anno i 180 delegati di chiese - per metà pastori e per metà “laici” - si riuniranno per i lavori sinodali dal 24 al 29 agosto. I temi che la Tavola valdese presenterà al Sinodo riguardano la vita delle chiese, la valutazione del nuovo sguardo sul campo di lavoro avviato negli anni scorsi, la formazione pastorale, il cammino dell'essere chiesa insieme, la diaconia, il progetto della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) Mediterranean Hope, il lancio di un quotidiano online da affiancare al settimanale cartaceo “Riforma”. “Nonostante le tante difficoltà, vogliamo affrontare i problemi che ci stanno di fronte con la gioia e la gratitudine a cui ci richiama la Parola di Dio”, ha dichiarato il pastore Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese.

Giovedì, 10 Luglio 2014 13:52

Onora il Padre, non il padrino

di Luca Baratto, curatore della rubrica radiofonica RAI "Culto Evangelico"

Ogni persona di fede diffida dalla religione. Diffida da quella ritualità formale, da quella pietà codificata, da quelle cerimonie collettive nelle cui pieghe i poteri di questo mondo fingendo di onorare Dio, trovano invece il modo di onorare se stessi e ingabbiare la dirompente buona notizia di Gesù. E' da questo è punto di vista – da quello della critica alla religione che parte dalla fede – che un protestante ascolta le parole di papa Francesco che scomunica i mafiosi e dei vescovi cattolici che propongono una moratoria sui padrini nei battesimi delle proprie diocesi ad alta densità mafiosa.

Naturalmente un protestante non può dare dei consigli su come si dovrebbe svolgere una processione. Un protestante, anzi, potrebbe obbiettare che da un suo punto di vista, una processione è un modo "sbagliato" di onorare Dio. Ma qui siamo di fronte a ben altro rischio: non l'onorare Dio in modo sbagliato, ma addirittura inchinarsi davanti ad un altro dio, totalmente diverso da quello di Gesù Cristo. Il rischio è quello di apostasia e rispetto a questo pericolo ogni cristiano, indipendentemente dalla chiesa a cui appartiene, deve sentirsi interpellato e unire la sua voce a quella dei suoi fratelli e delle sue sorelle.

Promosso dalla FCEI e dalla CCERS. Interverrà il presidente del Senato Pietro Grasso

Roma (NEV), 4 giugno 2014 - La libertà religiosa in Italia: questo il titolo del Convegno che si apre il 9 giugno alle 16.00 presso la Sala Zuccari del Senato (via della Dogana Vecchia 29). L’incontro, che proseguirà il giorno dopo alle 10 presso la Sala degli Atti Parlamentari del Senato (Piazza della Minerva 38) e dalle 15,30 nuovamente presso la Sala Zuccari, è promosso dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) in collaborazione con la Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato (CCERS).

Il convegno si struttura in tre sessioni: la prima, aperta dall’introduzione del presidente della FCEI pastore Massimo Aquilante, sarà dedicato al quadro storico e giuridico della questione. Oltre al sottosegretario alle Riforme e ai rapporti con il Parlamento, on. Ivan Scalfarotto, parteciperanno i giuristi Sara Domianello e Alessandro Ferrari, il sociologo Enzo Pace, i politologi Paolo Naso e Valdo Spini. A presiedere la pastora Maria Bonafede, membro del consiglio della FCEI.

Mercoledì, 28 Maggio 2014 21:01

Attentato Bruxelles

Aquilante: le chiese e la politica esprimano una chiara condanna

Bernardini scrive a Gattegna: bandire dall'Europa ogni idea e comportamento antisemita

Roma (NEV), 28 maggio 2014 - "L'attentato di Bruxelles ci lascia attoniti sia per la sua brutalità sia per essere avvenuto nel cuore del nostro continente nei giorni delle elezioni europee”. E' quanto ha dichiarato il pastore Massimo Aquilante, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), all'indomani dell'attacco al Museo ebraico della capitale belga. “Credo - ha aggiunto Aquilante - che oltre ad esprimere solidarietà alle comunità ebraiche in Europa, le chiese, le istituzioni politiche e l'intera società civile debbano esprimere una risoluta e chiara condanna di ogni atto di antisemitismo, impegnandosi a combattere quest'ultimo in qualsiasi forma si presenti".

La condanna della Conferenza delle chiese europee e del CEC

Liagre e Tveit: le chiese siano solidali con le comunità ebraiche del continente

a cura di Luca Baratto

Roma (NEV), 19 marzo 2014 – Il Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) ha fatto proprio un appello di quattro organizzazioni cristiane continentali in vista delle elezioni europee del prossimo maggio. Il testo – che ha per titolo “Si tratta dell'Europa. Si tratta di te” e che riportiamo nella sezione Documentazione, insieme ad un altro testo prodotto dal Presidium della Comunione di chiese protestanti in Europa (CCPE) – è stato elaborato congiuntamente dall'APRODEV (associazione di 17 agenzie umanitarie continentali collegate al Consiglio ecumenico delle chiese), dalla Conferenza delle chiese europee (KEK), dalla Commissione delle chiese per i migranti in Europa (CCME) e da Eurodiaconia. Sui motivi che hanno spinto il Consiglio della FCEI a far proprio l'appello e sull'importanza delle prossime elezioni del Parlamento Europeo, abbiamo intervistato il pastore Massimo Aquilante, presidente della FCEI.

Qual è il senso di un appello di organizzazioni cristiane in vista delle elezioni europee del prossimo maggio, e perché la FCEI via ha aderito?

Il Consiglio della FCEI ha deciso di fare proprio l'appello lanciato da quattro organizzazioni ecumeniche e diaconali europee, condividendone la preoccupazione principale: che le prossime elezioni europee esprimano un voto contro qualcosa piuttosto che a favore di un progetto. C'è molta disillusione verso l'Europa, per le sue istituzioni distanti dai cittadini; per le politiche di rigore imposte per superare la crisi senza tener conto che colpiscono soprattutto gli strati più vulnerabili della popolazione. Non può stupire che oggi l'Unione sia percepita più come un problema e un ostacolo piuttosto che la fonte di possibili soluzioni. E che, di conseguenza, il prossimo voto esprimerà questa protesta, un “essere contro” potenzialmente disgregante, a favore delle rivendicazioni nazionali e a detrimento dell'Unione. Per gli evangelici italiani, l'Europa è un orizzonte irrinunciabile: lo è stato nel passato, quando in tempi di intolleranza e persecuzione, i contatti con le nazioni europee protestanti sono stati vitali per la nostra stessa sopravvivenza fisica in Italia. Lo è stato nel secondo dopoguerra, nell'aderire alla Conferenza delle chiese europee, un organismo ecumenico nato per gettare ponti tra l'est e l'ovest del continente durante la Guerra fredda. Lo è oggi ancora, quando la crisi ucraina mostra quanto poco ci voglia a strappare la trama della pace. Vogliamo che le prossime elezioni siano un'occasione per affermare un progetto piuttosto che una protesta, una visione dell'Europa proiettata verso un futuro di pace e giustizia.

Pagina 1 di 3