Culto domenicale:
ore 10,00 Tempio dei Bellonatti
Numero di telefono del presbiterio: 0121.30.28.50
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Introduzione
LA TEOLOGIA CRISTIANA
Per i cristiani vi è una norma su cui si fonda la Chiesa, questa norma è la Parola di Dio contenuta nella Scrittura. La Chiesa si rende conto del contenuto della sua predicazione attraverso una scienza che si chiama teologia. Tutto ciò che è scienza è solamente un tentativo dell'intelligenza umana per spiegare dei contenuti; nessuna attività umana può essere più che un tentativo, dunque nella scienza rileviamo la sua provvisorietà e limitatezza. La teologia cristiana è il tentativo di appurare determinati fatti, presentandoli in forma di teologia. La teologia è quindi una ricerca e, allo stesso tempo, un insegnamento.
Il soggetto della teologia è la Chiesa. La Chiesa opera proporzionalmente allo stato in cui, di volta in volta, si trova la sua conoscenza. Dunque la teologia non è una cosa caduta dal cielo, ma è umana e terrestre, quindi sempre passibile di errori, infatti, la Chiesa cristiana non esiste in cielo, ma sulla terra e nel tempo. Noi usiamo la conoscenza così come oggi ci viene donata ben sapendo che dopo di noi altri penseranno e diranno meglio e in modo più profondo quanto noi abbiamo tentato di dire.
La teologia come scienza è chiamata a rendersi conto del contenuto della predicazione della chiesa. Non esisterebbe alcuna teologia senza il compito della Chiesa di annunciare l'Evangelo e testimoniare la Parola di Dio.
La teologia confronta il contenuto della predicazione con la Sacra Scrittura che rimane il documento fondamentale della vita della Chiesa. Il confronto, quindi dovrà essere continuo. La Sacra Scrittura e le professioni di fede non stanno sullo stesso piano. La Scrittura possiede una autorità vincolante che le professioni di fede non hanno. La teologia si rende conto del contenuto della predicazione, del rapporto fra ciò che viene predicato e ciò che nella Chiesa deve essere considerato come la riproduzione più fedele della Parola di Dio data alla Chiesa.
Per il nostro studio ci baseremo sulla professione di fede più semplice della Chiesa: il "simbolo apostolico" che è stato scritto nel III secolo che risale a una formula antichissima riconosciuta e accolta dalla comunità di Roma. Essa prevalse in seguito nella Chiesa cristiana come formula fondamentale.
Cosa significa «Io credo»
La professione di fede comincia con le parole: Io credo. Abbiamo parlato della predicazione della Chiesa, ma di che si tratta? Del fatto che i cristiani credono? Non solo, perché questa realtà non può essere esclusa nella predicazione. Assieme all'annuncio dell'Evangelo si proclama il proprio credere, cioè il fatto che uomini e donne hanno accolto quel medesimo Evangelo.
Il simbolo apostolico, comunemente viene chiamato Credo, ma questo verbo «credere» è ciò che conta meno perché nella fede cristiana si tratta, nella maniera più assoluta, di un incontro. Ci sono io che credo da una parte e dall'altra il contenuto del credere: quello che deve passare attraverso la predicazione è il contenuto.
Io credo: questa è la mia esperienza personale, un fatto umano, ma l'«Io credo» si compie nell'incontro con Dio; nella fede, Dio viene ad incontrarci!
Credo in…, vuol dire: io non sono solo.
Nei giorni buoni e in quelli tristi abbiamo sempre qualcuno di fronte; non siamo soli; Dio ci viene incontro in ogni circostanza e comunque vadano le cose; mi trovo in sua compagnia.
L'incontro con Dio è l'incontro con la sua Parola da lui pronunciata in Gesù Cristo. La fede cristiana, quindi, è l'incontro con Gesù Cristo e, in lui, incontro la Parola vivente di Dio. Se chiamiamo Parola di Dio la Sacra Scrittura, intendiamo con ciò la Bibbia come testimonianza dei profeti e degli apostoli verso quest'unica Parola divina che è Gesù.
Questo incontro è un dono del Signore, come un dono è stato il venire al mondo di Gesù Cristo, Parola vivente di Dio. Dunque l'incontro con Dio non si basa su una capacità o iniziativa umana, né trova fondamento nel fatto che noi esseri umani abbiamo un’attitudine ad incontrare Dio. Siamo privi di ogni possibilità, perciò entra in gioco la grande possibilità di Dio che rende possibile quanto è impossibile a noi. È dunque un dono di Dio l'incontro con lui e la sua Parola. Lutero dice: «Credo che io non posso con la mia ragione né con le mie forze credere nel mio Signore Gesù Cristo e giungere fino a lui».
Credere significa «aver fiducia»
La fiducia è quell'atto in cui un essere umano fa affidamento ad un altro del quale egli conosce la promessa e ne accetta le esigenze.
“Credo” vuol dire dunque: «io mi fido. Non sono più obbligato a fare affidamento su me stesso, non ho più bisogno di giustificarmi per mio conto, di salvarmi e custodirmi».
La fedeltà si trova in Dio soltanto e la fede è la fiducia che ci permette di attenerci a lui, alle sue promesse. Attenersi a Dio è fare pieno affidamento sul fatto che Dio è qui per me e vivere in questa certezza. Questa è l'assicurazione che noi abbiamo da Dio: «Io sono qua, per te».
Attenersi a Dio vuol dire ricevere da Dio tutto e porsi al suo servizio.
La fede è solo una possibilità non una costrizione. Non siamo chiamati a compiere cose oltre le nostre forze. La fede è una libertà, una concessione. A chi crede nella Parola di Dio è concesso di attenersi ad essa malgrado le difficoltà.
Così, appunto, non si crede mai «a causa di…», mai «per il motivo che…»; ma ci si risveglia alla fede prescindendo da tutto.
Al di fuori della sua Parola, Dio ci è nascosto, ma ci si rivela in Gesù Cristo. Dio ci è nascosto, questo fatto rivela tutti i nostri limiti umani, la nostra esigenza di ricerca, il nostro dubbio incessante. Ma così dev’essere, perché non possiamo essere altro che noi stessi.
Noi non crediamo grazie alla nostra ragione o alle nostre proprie forze. Infatti, i maggiori ostacoli della fede sono infatti la superbia e il ritenersi capaci. Noi non vorremmo vivere per grazia, qualcosa si ribella energicamente dentro di noi contro la grazia. Non ci piace essere arricchiti dal di fuori, tutt'al più accetteremmo di darcela da noi la grazia.
La fede non è quindi un'opinione, ma è una relazione definitiva anche se ciò non esclude che non ci possano essere oscillazioni nella fede.
Basta avere tanta fede quanto un granel di senape per aver vinta la partita.
Consacrato nel 1992, ha svolto il suo ministero nelle chiese di Riesi, Caltanissetta, Agrigento, Trapani e Marsala, Palermo.
Pastore a Luserna San Giovanni da Agosto 2013.
Indirizzo: Via Beckwith 49, Luserna San Giovanni (TO), 10062, ITALIA
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