Culto domenicale:
ore 10,00 Tempio dei Bellonatti
Numero di telefono del presbiterio: 0121.30.28.50
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Postulato
La potenza di Dio supera le altre potenze, si oppone vittoriosamente alla potenza in sé in quanto è la potenza del diritto che deriva dal suo amore manifestato in Gesù Cristo.
Il "Simbolo apostolico" conosce solo il termine «Dio Padre» come attributo divino. Più tardi si tentò di parlare di Dio descrivendone l'essenza. Si parlò della sua infinità, eternità, santità, giustizia, misericordia. Ma qualunque cosa noi intendiamo dire con simili concetti umani, si tratterà pur sempre solo di un accenno a Dio dal momento che nessuno di essi potrà esprimere la natura divina così come essa è. Dio è incomprensibile. Ciò che noi chiamiamo bontà e santità di Dio non può essere determinato dall'idea che noi esseri umani abbiamo a proposito della santità e bontà. Nel Simbolo apostolico, in luogo di tutti i possibili attributi sulla natura di Dio si dice solamente «Padre Onnipotente».
Onnipotente significa che Egli è potenza; e potenza vuol dire capacità, possibilità; nei riguardi di una realtà Dio è proclamato: egli possiede questa possibilità; Egli possiede tutto, è il fondamento di ogni realtà. Egli può ciò che vuole. La sua libertà è assoluta.
Dio non fa parte del numero delle potenze terrene e non è neppure la più eccelsa di esse, Dio le sovrasta tutte senza mai venire da loro limitato o condizionato. Egli è il Re di tutti i re.
Dio non è la potenza in sé. Si è pensato a Dio come di questa potentia, la potenza in sé, quasi a esprimere quello che c'è di più divino. La potenza in sé, in realtà è il caos, il male, il diavolo. Hitler soleva chiamare Dio l'Onnipotente, ma Dio non si può intendere partendo da un supremo concetto di forza o di potenza. In questo senso Dio non è l'onnipotente che diventa caos, il tohu wabohu (informe e vuoto, Gen. 1, 2), che il Dio della creazione lasciò dietro di sé e che non volle, allorché creò il cielo e la terra. In sé la potenza è perversa, è la fine di ogni cosa.
La Bibbia non parla mai della potenza di Dio separatamente dal diritto, la sua potenza è un potere legittimo, quindi fondato sul diritto. Dio è Padre: egli vive come Padre del Figlio ed esiste in questa comunità di vita. Quindi l'onnipotenza di Dio quale potenza legittima è quella del Dio che è amore. Ciò che si oppone a questo amore si dimostra come tale, illegittimo, è una potenza che non è vera. Dio la rinnega.
DIO CREATORE
Dio ha manifestato e attestato che non vuole essere unicamente per sé, né restare solo. Dio creatore e la sua opera, come creazione del cielo e della terra, sono qualcosa che non può essere, in alcun modo, accessibile ai pensieri umani.
«Io credo in Dio Padre, onnipotente, creatore del cielo e della terra». La verità che la Chiesa professa con la parola «creatore» è comunque un mistero per i credenti. La creazione e «Dio creatore» sono in sé avvolti da un mistero. Le cose non stanno per nulla in modo che possiamo accedere direttamente alla verità di Dio creatore.
Noi non diciamo: "Credo nel mondo creato", ma che "Dio è creatore", dire questo, concerne certo anche la creazione fatta da Dio. Come il Creatore, anche la creazione diventa inaccessibile ai pensieri umani. La scienza naturale non ci può portare indietro fino alle origini, e il mito stesso della creazione poggia le basi sopra un grande errore.
Il mito riguarda i grandi problemi che l'uomo si è sempre posti, circa la vita e la morte, il sonno e il risveglio, il nascere e il morire ecc… Questi sono i temi del mito. Il mito considera il mondo a partire dai suoi limiti, ma non può esistere un mito della creazione proprio perché la creazione come tale è inaccessibile al mito. Il racconto della Genesi in realtà non è un mito, ma una saga. Il lato stupefacente dei racconti biblici dipende strettamente dalla Storia d'Israele che comincia col fatto importante che Dio crea cielo e terra e poi fa un patto con l'essere umano, si tratta quindi di una "storia dell'azione di Dio".
La conoscenza di Dio creatore e della sua opera non si può separare dalla conoscenza dell'azione di Dio verso l'essere umano. Solo tenendo conto di ciò che ha fatto Dio per noi in Gesù Cristo, possiamo conoscere Dio creatore e la sua opera.
La conoscenza della creazione è quindi una conoscenza di Dio, perciò è una conoscenza di fede, anche se non bisogna scadere nella teologia naturale. Infatti, come potremmo conoscere la paternità di Dio se egli non ce l'avesse rivelata nel Figlio? Non è l'esistenza del mondo con tutte le sue varietà da cui possiamo ricavare l'idea che Dio ne è il creatore. Il mondo sarà per noi sempre uno specchio appannato, esso non ci darà la minima conoscenza di Dio. Anzi, tutte le volte che l'essere umano volle dedurre la verità dal sole, dalla luna e dalle stelle o anche da se stesso, il risultato fu sempre l'immagine di un idolo. Se però Dio è stato conosciuto e poi riconosciuto anche attraverso il mondo, ciò è potuto avvenire perché egli si è potuto cercare e trovare in Gesù Cristo. Essendosi, Dio, fatto uomo in Gesù Cristo, risultò credibile e manifesto, anche, che egli è il creatore del mondo. Non abbiamo due specie di rivelazione. Dio non esiste per sé, ma fa sorgere una realtà diversa da lui: il mondo.
Chi non si è mai domandato se il mondo che ci circonda non sia apparenza e sogno? Non è capitato anche a noi di dubitare di noi stessi? L'incantesimo entro il quale noi viviamo sarebbe poi reale? Allora, da dove ci potrebbe venire l'assicurazione che la verità sta nel contrario e che la vita non è sogno, ma realtà? Risposta: nel fatto che in Gesù Cristo incontriamo Dio stesso, il creatore divenuto creatura, che, come creatura, è esistito come tutti noi in un determinato spazio e tempo.
Se questo è vero, se cioè c’era Dio nel Cristo, allora c'è un posto in cui possiamo incontrare e conoscere la creatura. Infatti, se è vero che il Creatore stesso è divenuto creatura, allora il mistero del Creatore si manifesto a noi in Gesù Cristo. Dal momento che Dio si è fatto uomo non possiamo più porre in discussione l'esistenza della creatura. Gesù Cristo ha vissuto entro il nostro stesso spazio, qui ci viene proclamata come divina la parola del Creatore, della sua opera e dell’essere umano.
Non si può mettere al primo posto la realtà del mondo e poi domandarci se esiste anche un Dio; al contrario, la prima cosa, quella da cui cominciamo, è Dio Padre, Gesù Cristo e lo Spirito Santo. Accanto e al di fuori di lui esistiamo anche noi, esiste anche il mondo.
Dio non ha bisogno di noi, del mondo. Egli è ricco in se stesso. Dio basta a se stesso. Egli è il Dio felice in sé. A che scopo dunque il mondo? Come può esistere accanto a lui qualcosa di cui non ha bisogno? Ecco l'enigma della creazione.
Lutero scriveva: «È sicuramente vero che Dio creò il cielo e la terra, e anche me stesso, per pura bontà paterna e misericordia, senza alcun merito e senza che io ne fossi degno per cui io devo lodarlo e ringraziarlo di tutto con il dovere da parte mia di servirlo e di essergli ubbidiente». Dio non vuole essere solo, ma avere accanto a sé un'altra realtà. La creazione, quindi, è una grazia. Dio accorda l'esistenza ad una cosa diversa da lui e le concede d'avere una propria realtà, un modo di essere e una libertà.
Domanda: esiste un Dio? La cosa inaudita è che esista un mondo, questo è il miracolo della grazia divina. Dio dona l'esistenza a me e al mondo. Il mondo quindi non è un'emanazione di Dio o Dio stesso. Creazione vuol dire realtà diversa da Dio.
Consacrato nel 1992, ha svolto il suo ministero nelle chiese di Riesi, Caltanissetta, Agrigento, Trapani e Marsala, Palermo.
Pastore a Luserna San Giovanni da Agosto 2013.
Indirizzo: Via Beckwith 49, Luserna San Giovanni (TO), 10062, ITALIA
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