Culto domenicale:
ore 10,00 Tempio dei Bellonatti

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Lezione 1

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Leggiamo Matteo 5,1-2. Sia Matteo che Luca tendono a sottolineare che sul "monte" Gesù si rivolge a tutti, si tratta cioè di un discorso rivolto a tutto il popolo e non solo ai discepoli (Matteo 5,1a; 7,28).

In Luca 6,20 Gesù parla ai discepoli in seconda persona plurale:

«Beati voi che siete poveri, perché il regno di Dio è vostro».

In Matteo, invece, Gesù parla in terza persona:

«Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli» (Matteo 5,3).

La folla assiste al discorso. L'idea è che il Sermone non è rivolto a una stretta categoria di persone rivestite di particolare responsabilità nella chiesa: il Sermone di Gesù si rivolge a tutta la chiesa che legge il Vangelo. È come se la chiesa fosse presente sul Monte, nella moltitudine che segue Gesù. Le parole del versetto 1b provengono probabilmente dalla Fonte “Q”, una fonte precedente i quattro Vangeli, conosciuta da Matteo e Luca.

È vero che è dal discepolo di Gesù che si esige una giustizia superiore di quella degli Scribi e dei Farisei, ma chi è per Matteo il discepolo di Gesù se non colui che si lascia chiamare a Dio da Gesù Cristo?

Dunque Matteo rivolge il Sermone sul monte di Gesù dapprima alla sua comunità e poi a tutti gli uomini e le donne.

Leggiamo Matteo 5,3-12 Le beatitudini non sono caratteristiche del Sermone sul Monte di Gesù infatti, anche l'antico Testamento ne contiene alcune.

Leggiamo:

Salmo 1,1

Beato l'uomo che non cammina secondo il consiglio degli empi,
che non si ferma nella via dei peccatori;
né si siede in compagnia degli schernitori;

 

Salmo 41,1

Beato chi ha cura del povero!
Nel giorno della sventura il Signore lo libererà.

 

Salmo 84,5-6. 12

Beati quelli che trovano in te la loro forza, che hanno a cuore le vie del Santuario!
Quando attraversano la valle di Baca essi la trasformano in luogo di fonti
e la pioggia d'autunno la ricopre di benedizioni.
(...) O Signore degli eserciti, beato l'uomo che confida in te!

 

Salmo 106,3

Beati coloro che osservano ciò ch'è prescritto,
che fanno ciò ch'è giusto, in ogni tempo!

 

Salmo 119,1

Beati quelli che sono integri nelle loro vie, che camminano secondo la legge del Signore. Beati quelli che osservano i suoi insegnamenti, che lo cercano con tutto il cuore e non commettono il male, ma camminano nelle sue vie.

 

Salmo 128,1

Beato chiunque teme il Signore
e cammina nelle sue vie!
Allora mangerai della fatica delle tue mani,
sarai felice e prospererai.

Il senso delle beatitudini dell'Antico Testamento è che beati sono coloro che conformano la propria vita secondo le leggi del Signore perché Egli farà loro grazia. L'Antico Testamento formula la beatitudine sempre in terza persona come regola generale, valida per tutti: "Beato colui che...". Perché si giunga alla salvezza si pongono delle condizioni: bisogna camminare in questo o in quell'altro modo.

Le beatitudini che Gesù pronuncia, invece sono diverse da quelle dell'Antico Testamento. Non si parla a persone ipotetiche, ma a persone specifiche, che vivono una situazione particolare. La questione non è quella di chi sia destinato alla salvezza, ma al contrario la salvezza è di tutti i poveri, gli affamati e gli afflitti della terra.

Beati i poveri

Matteo riporta: "Beati i poveri in spirito...", mentre Luca: "Beati voi che siete poveri ...". Matteo ha sempre la tendenza a specificare bene e quindi a interpretare (non per niente ha scritto il Vangelo più lungo) le parole, i detti e i gesti di Gesù. È probabile che l'annuncio originario di Gesù fosse quello riportato da Luca e indirizzato semplicemente ai poveri. La salvezza è annunciata a tutti i poveri. Per tutti loro, Dio è presente, sta dalla parte del misero; Dio sostiene la causa dei deboli.

Matteo ha sicuramente modificato la forma del detto di Gesù. La domanda che ci si pone è se Matteo abbia reso la frase di Gesù con più aderenza di Luca che la riporta alla lettera.

Bisogna tuttavia tener presente che il termine "poveri" aveva un significato ben più profondo. Già in Isaia 61,1 e 66,2 povero è abbinato a "dal cuore rotto" o "dallo spirito contrito". In realtà la parola povero al tempo di Gesù era diventata come un termine onorifico del giusto. Poveri e giusti acquistano un significato analogo.

Nella comunità monastica di Qumran troviamo una formulazione simile a quella di Matteo: "Poveri di spirito"; si tratta di quelli che conoscono Dio, che sono dei giusti, la cui condotta è "perfetta". Il significato dei Vangeli è, probabilmente, analogo.

Pastore Giuseppe Ficara

Consacrato nel 1992, ha svolto il suo ministero nelle chiese di Riesi, Caltanissetta, Agrigento, Trapani e Marsala, Palermo.
Pastore a Luserna San Giovanni da Agosto 2013.

 

Indirizzo: Via Beckwith 49, Luserna San Giovanni (TO), 10062, ITALIA

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