Culto domenicale:
ore 10,00 Tempio dei Bellonatti

Numero di telefono del presbiterio: 0121.30.28.50

Lezione 5 - Predestinazione e rivelazione - 16 dicembre 2014

Scritto da

Una impostazione cristiana del problema

Che significa per i credenti di oggi parlare della predestinazione? Come esprimerla in termini comprensibili alla nostra fede?

Per proseguire la nostra riflessione, innanzitutto bisogna sostenere la seguente tesi:

La predestinazione non è un problema filosofico,

ma una espressione di vita religiosa.

Il problema non si risolve in termini di ragionamento e di logica. Con la logica ci siamo immessi in un dilemma senza soluzione: se la predestinazione è una scelta divina assoluta, l'uomo non è libero di scegliere e diventa un burattino nelle mani di Dio. Al contrario, se ammettiamo la libertà decisionale dell'uomo ci troviamo a negare l'onnipotenza di Dio dal momento che l'uomo deciderebbe anche contro la divina volontà.

Destino e fatalismo

Un grosso equivoco sta alla base della seguente concezione comune: il termine «pre-destinazione» è identificato con l'idea del destino.

Seconda tesi:

La predestinazione esprime un pensiero religioso assolutamente diverso da quello del destino.

Che cos'è il destino? «Il susseguirsi degli eventi considerato come predeterminato, immutabile e indipendente dalla volontà umana». Una sorta di filosofia dell'inevitabile, di un susseguirsi meccanico degli eventi della vita in cui l'uomo non ha alcuna influenza.

Negli antichi, greci e latini, il destino è inteso come «sorte», l'insieme delle esperienze e degli avvenimenti che caratterizzano la nostra vita. La raffigurazione ingenua della vita venne profondamente trasformata quando entrò nell'uso comune una nuova parola: il fato, il destino, la Tyche dei greci, il Fatum dei latini.

Un ruolo determinante in questa evoluzione l'ebbero le religioni orientali con il loro elemento caratteristico dell'astronomia. I Caldei hanno, per primi, concepito l'idea di una necessità inflessibile che domina l'universo, osservando la legge immutabile che regolava il movimento dei corpi celesti.

La Fortuna, la Tyche, venne divinizzata e considerata la padrona dei mortali e degli immortali (gli dèi) a cui non si poteva opporre alcuna resistenza. Il destino divenne perfino superiore agli dèi stessi. Negli astri sta scritto il destino della vita di ognuno, il principio imposto dall'astrologia fu quello del fatalismo. Man mano che l'idea della fatalità si impose e si diffuse, il peso di questa teoria disperante oppresse sempre più le coscienze.

L'uomo si sentì dominato da forze cieche che lo trascinavano con quella stessa incapacità a resistergli con cui facevano muovere le sfere celesti.

Questa reazione al peso del destino trovò nell'antichità espressioni diverse. Non è un caso che, con l'affermarsi del destino, cresca anche, nel primo secolo a.C., la diffusione delle sètte, riti, misteri che garantivano una liberazione dal peso del destino e dalle sue ferree leggi.

Il termine «salvezza» entra in questo tempo nell'uso ad indicare la possibilità di sottrarsi al condizionamento della propria vita e morte in virtù dell'intervento di un dio salvatore, cioè liberatore. La superstizione si affianca alla religione con il diffondersi degli amuleti, oroscopi e riti magici.

La predestinazione nel quadro della rivelazione

Terza tesi:

La predestinazione è una specifica espressione della fede cristiana che va collocata nel quadro della rivelazione biblica.

Sul tema dell'elezione, abbiamo riscontrato in Paolo l'idea guida dell'atto di amore di Dio, atto di grazia verso il suo popolo. Il concetto è quello di una scelta libera di Dio:è una scelta gratuita, senza condizioni, senza spiegazioni da parte di Dio.

La predestinazione non è una proiezione verso il futuro, verso la fine del mondo, ma è attuale nell'oggi; la predestinazione va riferita all'opera di Cristo e alla persona di Cristo stesso.

Il legame fra predestinazione e Gesù Cristo deve condizionare in modo assoluto il problema. Tutto quello che si può dire dell'elezione deve essere visto in chiave cristologica.

Soggetto dell'elezione è Dio. La predestinazione non è la decisione oscura, impenetrabile di una divinità che non rivela i suoi intendimenti. Dunque ci sono due modi intendere la questione: una è costituita dalla libertà dell'amore di Dio, l’altra  dall'arbitraria decisione di una onnipotenza allo stato puro.

Quest’ultima presenta Dio come un tiranno capriccioso, non il Dio della grazia, ma il detentore di un potere che si adora nel terrore.

Ma non è necessario fare di Dio un mistero di tenebre impenetrabili.

Il Dio che ci elegge e ci predestina non è una divinità misteriosa, ma è il Dio che ha rivelato il suo programma di vita e di libertà nell'opera di Gesù Cristo, quel Dio che la prima comunità di discepoli ha chiamato Padre. Si tratta del Dio delle parabole evangeliche che conosce tutto di noi (anche il numero dei capelli) e fa alzare il suo sole ogni mattina e si ricorda dell'ultimo bambino, quello è il Dio della predestinazione.

Ogni qualvolta la teologia cristiana ha dimenticato questo si è smarrita nei labirinti tenebrosi.

Certo il Dio di Gesù Cristo sceglie, e nella sua scelta è libero e sovrano, ma cosa esprime questa scelta? Ogni nostro incontro, ogni dialogo, ogni dono è, nella sua sostanza, frutto di una scelta, di una elezione, è espressione di una libertà che è amore.

Ogni comunicazione che stabilisco con un altro uomo è un gesto di scelta gratuito; questo gesto di Dio si chiama elezione o predestinazione.

Pastore Giuseppe Ficara

Consacrato nel 1992, ha svolto il suo ministero nelle chiese di Riesi, Caltanissetta, Agrigento, Trapani e Marsala, Palermo.
Pastore a Luserna San Giovanni da Agosto 2013.

 

Indirizzo: Via Beckwith 49, Luserna San Giovanni (TO), 10062, ITALIA

Tel/Fax: (+39) 0121/30.28.50

Mail: Per contattare il pastore via mail, clicca qui