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Domenica, 19 Ottobre 2014 20:14

Sermone di domenica 19 ottobre 2014 (Efesini 5,15-21)

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Testo della predicazione: Efesini 5,15-21

Guardate dunque con diligenza a come vi comportate; non da stolti, ma da saggi; ricuperando il tempo perché i giorni sono malvagi. Perciò non agite con leggerezza, ma cercate di ben capire quale sia la volontà del Signore. Non ubriacatevi! Il vino porta alla dissolutezza. Ma siate ricolmi di Spirito, parlandovi con salmi, inni e cantici spirituali, cantando e salmeggiando con il vostro cuore al Signore; ringraziando continuamente per ogni cosa Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo; sottomettendovi gli uni agli altri nel timore di Cristo.

Sermone

     Cari fratelli e care sorelle, alle orecchie di un protestante suonano un po’ sospette le parole dell’autore della lettera agli Efesini, perché sembra voglia dare indicazioni moralistiche che non siano conseguenza della propria coscienza e della propria libertà.

     In fondo questa lettera, probabilmente una circolare a cui ogni chiesa dell’Asia minore metteva la propria intestazione, è stata scritta per esortare i credenti a non perdersi nei modi di essere e di fare della realtà sociale dell’epoca: l’autore parla di “giorni malvagi” e invita i credenti a un’etica di coerenza con la propria fede, anche quando diventa difficile, proprio per far fronte a momenti faticosi della vita.

     Si tratta di tempi difficili, malvagi, perché dominati dal male, colpiti dalla violenza, dalla disonestà, dalla cattiveria e dall’immoralità. Alcuni credenti non si ponevano alcun problema sulla loro doppia morale, per la quale nella chiesa erano onesti e fuori disonesti, cioè, come tutti gli altri. Oggigiorno, quando un politico è accusato di corruzione si difende dicendo che “così fan tutti”, che è normale. Ecco, questi credenti che si comportavano in questo modo si adeguavano al tempo della malvagità, a quello dell’ingiustizia sociale.

     Per questo, nella lettera agli Efesini vi è un richiamo alla saggezza e all’intelligenza, il richiamo di rifuggire la stoltezza e la stupidità.

     L’autore ci informa dell’importanza di usare bene il nostro tempo, egli spiega che il tempo che i credenti vivono non è un fluire di minuti, ore e giorni senza fine, il Kronos, ma il tempo che i credenti vivono è il Kairos, cioè il tempo che ci è concesso, l’opportunità da non lasciarci scappare, per fare il bene, per essere utili, per essere strumenti nelle mani di Dio. In questo tempo vivono i credenti, un tempo che i cristiani devono vivere come tempo di Dio che avanza nel presente con tutta la forza del Regno di Dio.

     Il presente della chiesa, può essere vissuto come un tempo liberato dal male, quindi come un’opportunità per fare il bene, come uno spiraglio attraverso il quale permettere il passaggio da una realtà di male a una realtà di bene.

Come? Attraverso l’etica di ogni credente.

     È vero che la chiesa è invisibile perché non fatta di muri e cemento, ma di spiriti liberi che agiscono a partire dalla loro coscienza, tuttavia, la chiesa, ha la sua visibilità proprio nell’etica che porta avanti. Non serve ubriacarsi di emotività per essere credenti autentici, anzi l’ubriacatura, l’esaltazione religiosa, il fanatismo religioso, sono dannosi per la missione della chiesa; qui il vino è simbolo delle relazioni errate, scorrette che non si fondano sull’autenticità, ma sulla ipocrisia.

     Quindi il consiglio dell’autore della lettera: non vi inebriare di vino, piuttosto siate ricolmo dello Spirito Santo sottomettendovi gli uni gli altri. Questo spirito sostiene le relazioni tra i credenti, ma anche tra loro e la società umana nella quale sono chiamati a portare l’amore di Dio per tutti.

     Quindi, se la società propone modelli di vita fuorvianti, lontani dall’amore di Dio che produce pace, giustizia, fraternità, riconciliazione, a maggior ragione i credenti devono tenere gli occhi aperti e fondare il loro comportamento su un’etica della ponderazione per fare scelte che testimonino l’amore di Dio, denunciando le opere conseguenza della malvagità e proponendo il tempo dell’amore di Dio.

     Ricuperate il tempo, perché i giorni sono malvagi. Non lasciate scorrere il tempo inutilmente, senza cogliere tutte le opportunità che offre, “Carpe diem” dicevano i latini “cogli l’attimo”, approfitta di spiragli per inserirti con la tua azione di credente e dare l’opportunità di credere che un mondo diverso è possibile.

     L’autore della lettera non dice di estraniarsi dal mondo, non parla di un’etica dei puri contro quella degli impuri, ma consiglia di ponderare criticamente, con cautela, ogni situazione e reagire in modo coerente con la propria fede.

     Siamo chiamati a reagire con tutta la nostra autenticità e fede, con il nostro comportamento etico, all’interno della ubriacatura dei nostri giorni. Il mondo è ubriaco di violenza come un fatto normale: violenza nei rapporti umani quando ognuno guarda solo al proprio interesse a scapito degli interessi di tutti; violenza verso i più deboli: verso i bambini (pensate alla diffusione della pedofilia o allo sfruttamento della manodopera minorile), violenza verso le donne (pensate ai femminicidi, la prima causa di morte violenta delle donne o pensate agli stipendi delle donne ancora inferiori a quelli dei loro colleghi maschi); verso gli omosessuali (che a causa del giudizio nei loro confronti compiono atti di suicidio, e ciò soprattutto tra i ragazzi); violenza verso gli anziani (pensate a certe pensioni da fame, o alla sanità pubblica che diminuisce sempre di più i servizi nei loro confronti), violenza verso i poveri che non hanno le conoscenza giuste per trovare un posto di lavoro; violenza verso chi scappa dalla guerra, dalla dittatura dispotica o da forme di schiavitù (pensate a quanti hanno gridato allo scandalo per la spesa dell’operazione “Mare nostrum” per salvare dalla morte migliaia di persone migranti).

     È vero, «i giorni sono malvagi», noi siamo chiamati a non estraniarci, ma a partecipare alla vita quotidiana con la nostra etica della riconciliazione, della pace, della giustizia e dell’amore, etica che getta i semi per un mondo nuovo che Dio stesso ha promesso e che la Bibbia chiama “Regno di Dio”. Amen!

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Pastore Giuseppe Ficara

Consacrato nel 1992, ha svolto il suo ministero nelle chiese di Riesi, Caltanissetta, Agrigento, Trapani e Marsala, Palermo.
Pastore a Luserna San Giovanni da Agosto 2013.

 

Indirizzo: Via Beckwith 49, Luserna San Giovanni (TO), 10062, ITALIA

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