Culto domenicale:
ore 10,00 Tempio dei Bellonatti

Numero di telefono del presbiterio: 0121.30.28.50

Mercoledì, 16 Gennaio 2019 23:38

Sermone di domenica 13 gennaio 2019 (Giosuè 3,5-11. 17)

Scritto da

Testo della predicazione: Giosuè 3,5-11. 17

Giosuè disse al popolo: «Santificatevi, poiché domani il Signore farà meraviglie in mezzo a voi». Poi Giosuè disse ai sacerdoti: «Prendete in spalla l’arca del patto e passate davanti al popolo». Ed essi presero in spalla l’arca del patto e camminarono davanti al popolo. Il Signore disse a Giosuè: «Oggi comincerò a renderti grande agli occhi di tutto Israele, affinché riconoscano che come fui con Mosè così sarò con te. Tu darai ai sacerdoti, che portano l’arca del patto, quest’ordine: “Quando sarete giunti alla riva delle acque del Giordano, vi fermerete nel Giordano”». Giosuè disse ai figli d’Israele: «Avvicinatevi e ascoltate le parole del Signore vostro Dio». Poi Giosuè disse: «Da questo riconoscerete che il Dio vivente è in mezzo a voi, e che egli scaccerà certamente davanti a voi i Cananei, gli Ittiti, gli Ivvei, i Ferezei, i Ghirgasei, gli Amorei e i Gebusei: ecco, l’arca del patto del Signore di tutta la terra sta per passare davanti a voi per entrare nel Giordano». I sacerdoti che portavano l’arca del patto del Signore stettero fermi sull’asciutto, in mezzo al Giordano, mentre tutto Israele passava all’asciutto, finché tutta la nazione ebbe finito di oltrepassare il Giordano.

Sermone

         Care sorelle e fratelli, questo racconto del passaggio del fiume Giordano vuole richiamare alla mente il miracolo del passaggio del mar Rosso; questo racconto vuole creare una memoria sul­l’attraversamento del Giordano, ma vuole anche istruire le generazioni future riguardo alla sua importanza sulla storia e sul Dio d’Israele. Si tratta di una sorta di catechismo per giovani.

         Un verbo molto importante, che è ripetuto per 22 volte nei capitoli 3 e 4 del libro di Giosuè, è il verbo “attraversare” ('ābar), che richiama il grande piano di Dio che comincia con Abramo che si mette in marcia e prosegue con Isacco, Giacobbe e con tutta la sua famiglia che si trasferirà in Egitto, e poi con il cammino del popolo che esce dall’Egitto, dal paese della schiavitù, per attraversare il Mar Rosso e giungere alla terra promessa da Dio ad Abramo. Il significato del­l’attraversare è che il Signore, nella sua grazia, guida il suo popolo verso un nuovo inizio.

Ciò che riveste una grande importanza nel cammino del popolo e nell’attraversamento del fiume Giordano è l’arca dell’Alleanza che contiene la legge di Dio, i suoi comandamenti, la Parola di Dio stesso. Quando l'arca viene portata, significa che il Signore è in azione.

         L’Arca dà il via alla partenza del popolo, indica che è Dio ad agire, non l’essere umano. Il passaggio dell’Arca rappresenta la presenza di Dio, la sua potenza. Successivamente l’Arca sarà sottratta a Israele che però continuerà a credere nella presenza del Dio vivente attraverso la Parola scritta e la memoria delle opere di Dio che la scrittura contiene. 

Nel nostro brano, Dio è presentato come “Signore di tutta la terra”, che sta per passare davanti a voi. Il brano ci dice che Dio è dunque anche il nostro Signore. I sette popoli che sono menzionati rappresentano la totalità dei popoli di tutta la terra presso i quali Dio si presenta come il Dio che libera e che permette sempre una nuova svolta, un nuovo inizio quando tutto sembra perduto.

         Così, questo racconto di attraversamento, di passaggio e di trasformazione di un popolo, ci insegna che ci sono dei momenti nella vita che segnano un punto di svolta nei quali Dio è al­l’opera e ne è il protagonista. Oltrepassare il mare è il segno di una liberazione dalla schiavitù, come quella di Israele dal­l’Egitto sottolineata dalla direzione verso la terra promessa, il luogo in cui non c’è nessun dominatore che è pronto a sottomettere qualcuno.

Il racconto dell'attraversamento del Giordano da parte di Israele rappresenta proprio uno di questi momenti di svolta e la coscienza di Israele è tale che ne fa anche un’istituzione, come il nostro XVII febbraio, Israele ne fa un rituale che servirà a fare memoria e a ricordare che Dio accompagna le nostre trasformazioni, le nostre svolte, i nostri passaggi da una storia da dimenticare a una nuova da ricordare per sempre. È Dio il protagonista, egli domina su tutta la sua creazione e può fermare le acque dei mari e dei fiumi che rappresentano il caos, la schiavitù, le dipendenze, mentre l’asciutto rappresenta la salvezza.

         Il Giordano è un confine geografico, ma rappresenta anche un altro confine: quello tra la vita nomade di diverse tribù disunite e il progetto di una vita stabile che permette di diventare un solo popolo. È la visione di fraternità e di condivisione di Dio. È il sogno di Dio per noi, per l’umanità, per tutta la terra. 

Questo racconto biblico vuole sottolineare con forza che il passaggio delle tribù davanti all’Arca del patto, indica che esse si riconoscono unite davanti all’Arca, unite davanti alla presenza costante di Dio. Così tutti i mari, i fiumi, i muri che segnano dei confini e delle divisioni tra i popoli sono abbattuti, perché davanti al Signore essi non possono essere reali, non possono avere valore, come non devono averne per nessuno, soprattutto nei casi in cui servono a respingere e a separare.

Il racconto di oggi ci invita a celebrare questa realtà di unità e condivisione davanti all’Arca dell’Alleanza del Signore, che per noi è la sua Parola, data per il nostro perdono e per la nostra salvezza.

Il racconto di oggi ci chiede di diventare coscienti, consapevoli dei mari e dei fiumi che si presentano davanti a noi per superarli con il suo aiuto, per camminare oltre essi sulla terra asciutta, per determinare una svolta, un cambiamento. Ma ci è chiesto anche di renderci consapevoli dei muri che alziamo per separarci dagli altri, dai quali ci sentiamo invadere.

Ecco, fare memoria non è un mero ricordo del passato, ma deve diventare un fatto che cambia la nostra vita, che permette una svolta, un attraversamento, un fatto nel quale Dio stesso è presente e all’opera.

La Bibbia ci dice che non dobbiamo avere paura di altri come noi: Dio stabilisce un patto di grazia e di salvezza per tutta la terra, e invia Gesù che dà se stesso per permettere a tutti noi di attraversare i nostri fiumi e i nostri mari, per permetterci di essere noi stessi, cioè umani fino in fondo, per superare la disumanità e il male che si annida nel cuore di ogni essere umano. Dio è pronto a sostenere questa causa, questo progetto, questo sogno di umanità solidale, di condivisione e di unità delle nostre famiglie e dei popoli. Amen!

Letto 2272 volte
Pastore Giuseppe Ficara

Consacrato nel 1992, ha svolto il suo ministero nelle chiese di Riesi, Caltanissetta, Agrigento, Trapani e Marsala, Palermo.
Pastore a Luserna San Giovanni da Agosto 2013.

 

Indirizzo: Via Beckwith 49, Luserna San Giovanni (TO), 10062, ITALIA

Tel/Fax: (+39) 0121/30.28.50

Mail: Per contattare il pastore via mail, clicca qui