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Lezione 4 - Un patto fra Dio e l’essere umano - Gesù Parola di Dio - 3 febbraio 2015

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Postulato

Il cielo è quanto vi è di incomprensibile all'essere umano nella creazione, la terra invece è quanto vi è di comprensibile. L'essere umano è la creatura posta a confine tra cielo e terra. Il patto tra Dio e l'essere umano dà significato al cielo e alla terra e ne è il motivo e lo scopo.

CIELO E TERRA

"Creatore del cielo e della terra" è detto nella professione di fede. Possiamo dire che in questi due concetti, cielo e terra, si fa riferimento alla dottrina cristiana della creazione. Riguardo a ciò bisogna tener presente che la fede cristiana è libera, per principio, di fronte a tutte le cosmologie, ossia a tutti i tentativi di comprendere il creato e i criteri della cognizione scientifica che sono, di volta in volta, nel tempo, predominanti.

Ciò che fu creato, nel Credo, viene riassunto con le parole «il cielo e la terra» secondo Genesi 1,1:

Nel principio Dio creò i cieli e la terra.

Lutero pone al centro dell'universo l'essere umano, infatti commenta così il primo articolo del Credo:

«Credo che Dio ha creato me, assieme a tutte le creature…».

In realtà il cielo e la terra indicano un teatro preparato per un avvenimento nel cui centro si trova l'essere umano. Cielo e terra non sono delle cose che esistono per sé, ma per qualcuno, essi trovano la loro ragione d'esistere nell'essere umano e, insieme, provengono da Dio, appartengono a Dio e devono essere considerate in riferimento alla volontà di Dio e alla sua azione.

«Credo in Dio creatore del cielo e della terra» vuol dire che non credo nella creatura, ma in Dio creatore.

Il cielo è quanto vi è di incomprensibile per l'essere umano nel creato, la terra quanto vi è di comprensibile. Nella cosmologia degli antichi, il mondo lo si immaginava sovrastato da un'enorme calotta a campana, il firmamento.

Questo era il limite oltre il quale cominciava il cielo, l'invisibile. Sopra la calotta ci sarebbe stato un immenso oceano oltre il quale si estendeva il terzo cielo che costituiva il trono di Dio.

Tutto questo al di là, non andava scambiato con la divinità, era qualcosa di incomprensibile, ma non era ancora divinità, era solo cielo. Perciò, a voler chiamare Dio la realtà che noi non comprendiamo, avremmo fatto l'errore di adorare le creature, come i primitivi che erano adoratori del sole.

Sia nell'ambito celeste che in quello terrestre ha valore il comandamento: «Non ti farai immagine alcuna…».

L'essere umano vive entro i confini della terra, è da qui la sua origine: «Dio trasse l'uomo dalla terra» e «alla terra ritornerai»: l'universo dell'essere umano è sulla terra.

IL PATTO TRA DIO E L’ESSERE UMANO

Se l'essere umano ritornerà alla terra, tuttavia possiede anche un'altra mèta, che gli è data a motivo del Patto tra Dio e l'essere umano. Si tratta della grazia che assegna all'essere umano qualcosa di più della sua natura terrena.

Parlando di patto, si parla quindi di Gesù Cristo. Ciò non è qualcosa che si aggiunge dopo alla creazione, ma è tanto antico quanto la creazione stessa, perché essendo il patto un'azione di Dio, quest'azione ha inizio con la creazione. Anzi, prima del mondo c'è la decisione di Dio riguardante il patto con l'essere umano, come si avverò in Gesù Cristo.

È questo il significato dell'esistenza della creazione.

Dunque la creazione è un signum, un segno della volontà divina. La creazione è l'incontro del finito e dell'infinito. Tutto ciò resta ancora il mondo, e noi siamo un segno, una promessa di quanto deve avvenire: l'incontro, la comunione, in Gesù Cristo, l'unità del creatore e della creatura.

Postulato

L'oggetto della fede cristiana è la Parola. La Parola e l'azione sono identiche, per cui Dio, in Gesù Cristo, volle diventare uomo in nostro favore, lo divenne effettivamente nel tempo e tale resterà per tutta l'eternità.

GESÙ È CRISTO IL SIGNORE

La professione di fede cristiana, in origine, consisteva esclusivamente in: «Gesù Cristo è il Signore». Solo più tardi vennero aggiunti gli articoli sul Padre e lo Spirito Santo. L’intero Simbolo apostolico si fonda sul fatto che Gesù Cristo è il Signore. Cristiano, infatti, è colui che si professa fedele a Cristo il Signore. Solo a partire da Gesù possiamo intendere il significato di "Padre" e di "Spirito Santo"

Sarebbe errato partire da una teologia del Dio creatore, così come è errato avanzare una teologia dello Spirito partendo dall'esperienza spirituale. Solo a partire da Gesù Cristo è possibile intendere la relazione tra Dio e l'essere umano.

Il secondo articolo del Simbolo apostolico costituisce la pietra di paragone della conoscenza di Dio. Il primo articolo definisce il Dio al di sopra dell'essere umano; il secondo il Dio con l'essere umano.

Il centro di tutto ciò è la Parola, ossia il Logos, questa Parola è esattamente identica all'azione: Dio parla, Dio agisce, Dio si trova al centro. La Parola è azione e come tale è Parola, cioè rivelazione.

Gesù Cristo non è un prodotto della storia umana. Nel nome di Gesù Cristo noi non incontriamo il risultato di un postulato umano, cioè il prodotto di una necessità umana, la figura di un salvatore e redentore che si possa spiegare e interpretare alla luce della colpa umana. L'essere umano non è capace di riconoscere da sé nemmeno di essere peccatore. Questa conoscenza è una conseguenza della conoscenza di Gesù Cristo: nella sua luce noi vediamo la luce, e in questa luce la nostra propria oscurità.

Il primo articolo professa la fede in Dio creatore del cielo e della terra, nel Dio eterno avvolto nella sua incomprensibilità. E ora, nel secondo articolo ci viene presentata una apparente contraddizione: Dio ha un volto. Ma in luogo di Dio abbiamo davanti un uomo. L'Onnipotente non sembra più essere tale. Prima si era parlato di eternità e onnipresenza, adesso di un qui ed un ora, di un fatto avvenuto nella storia umana, della nostra era.

Dio Padre, ora si presenta nella figura del Figlio. Prima si parla di un creatore che si differenzia da tutto ciò che esiste, ed ora viene detto che il creatore stesso è diventato una creatura. Egli, il Dio eterno, è diventato una creatura: ecco Gesù Cristo, Dio si è fatto uomo.

Alla mitologia non è estranea l'idea dell'incarnazione, ma la differenza tra il messaggio cristiano e la rappresentazione mitologica sta nel fatto che, in fondo, i miti sono tutti raffigurazioni di un'idea. Il messaggio di Gesù Cristo, invece, non ha nulla a che vedere con il mito. Infatti si parla di un uomo realmente esistito nel quale Dio si è fatto uomo.

Gesù Cristo è l'attuazione del patto tra Dio e l'essere umano. Solo attraverso Gesù Cristo riusciamo a parlare di Dio nell'alto dei cieli perché qui impariamo a conoscere l'essere umano nel suo Patto con Dio. Ed è sempre attraverso Gesù che parliamo dello Spirito Santo come azione di Dio con noi e dentro di noi. Qui Dio è presente. Abbiamo fiducia nella realtà dello Spirito Santo se guardiamo al patto fra Dio e l'essere umano, per cui Dio s'è fatto uomo, per tutti gli esseri umani.

La verità del patto, l'unione tra Dio e l'essere umano non costituisce una realtà passeggera. Gesù Cristo è un re, il cui regno non avrà fine. «Gesù Cristo è, lo stesso ieri, oggi e in eterno» (Ebrei 13,8). Pronunciando il nome di Gesù Cristo siamo su una strada sicura «Io sono la via, la verità e la vita» (Giov. 14,6).

In questo consiste il beneficio del patto con Dio: Dio si è fatto uomo a favore di me, essere umano. Egli è venuto in nostro aiuto. Il Regno dei Cieli è già presente, esso è già stato attuato in nostro favore. Gesù Cristo è la salvezza in tutte le circostanze. Forse viviamo lontani da lui, in uno stato di inimicizia, ma più vero è che Dio ci ha preparato la riconciliazione. E per quanto l'essere umano possa venir considerato perduto, è ancor più vero che Dio ha agito in nostro favore, agisce e agirà in modo tale che per ogni perdizione ci sia una salvezza.

Noi, nel pianto o nell'accusa, abbiamo il conforto di Dio, dal momento che siamo l'oggetto della sua misericordia. E chi mai potrebbe avere coscienza della reale miseria dell'umanità se non colui che conosce la misericordia di Dio?

L'opera del Figlio di Dio, dunque, include in sé l'opera del Padre come presupposto e implica quella dello Spirito Santo come conseguenza.

Pastore Giuseppe Ficara

Consacrato nel 1992, ha svolto il suo ministero nelle chiese di Riesi, Caltanissetta, Agrigento, Trapani e Marsala, Palermo.
Pastore a Luserna San Giovanni da Agosto 2013.

 

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