Culto domenicale:
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Domenica, 19 Luglio 2015 21:15

Sermone di domenica 19 luglio 2015 (Giovanni 6,4-14)

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Testo della predicazione: Giovanni 6,4-14

La Pasqua, la festa dei Giudei, era vicina. Gesù dunque, alzati gli occhi e vedendo che una gran folla veniva verso di lui, disse a Filippo: «Dove compreremo del pane perché questa gente abbia da mangiare?» Diceva così per metterlo alla prova; perché sapeva bene quello che stava per fare. Filippo gli rispose: «Duecento denari di pani non bastano perché ciascuno ne riceva un pezzetto». Uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro, gli disse: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cosa sono per tanta gente?»
Gesù disse: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. La gente dunque si sedette, ed erano circa cinquemila persone. Gesù, quindi, prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì alla gente seduta; lo stesso fece dei pesci, quanti ne vollero.
Quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché niente si perda». Essi quindi li raccolsero e riempirono dodici ceste di pezzi che di quei cinque pani d’orzo erano avanzati a quelli che avevano mangiati. La gente dunque, avendo visto il miracolo che Gesù aveva fatto, disse: «Questi è certo il profeta che deve venire nel mondo».

Sermone

Cari fratelli e care sorelle, la divisione dei pani e dei pesci tra i discepoli e le cinquemila persone, avviene nell’ambito della pasqua ebraica. L’evangelista Giovanni sottolinea che “la Pasqua, la festa dei giudei, era vicina”. In effetti, il Vangelo di Giovanni non contiene l’episodio dell’ultima cena di Gesù con i discepoli, come negli altri Vangeli, ma contiene l’episodio di Gesù che lava i piedi ai discepoli.

Tuttavia, nel brano in cui Gesù divide il pane e i pesci, c’è un messaggio molto simile a quello dell’ultima cena; il Vangelo di Giovanni vuole affermare con forza che la Cena di Gesù in realtà è la nuova Pasqua che la chiesa celebra, Gesù offre a tutti, non solo si suoi discepoli, il suo cibo, abbondantemente.

L’episodio della divisione dei pani e dei pesci ha luogo su un monte, dove Gesù era salito, sul monte accadono sempre eventi solenni, e questo è un momento solenne: Mosè riceve le tavole della Legge su un monte, il Sinai, così il popolo riceve la Parola di Dio; infatti, dopo aver celebrato la Pasqua, Israele liberato dalla schiavitù d’Egitto, si avvia verso la terra promessa e, lungo la strada, riceve la Parola del Signore sulle tavole della Legge. Anche nel nostro racconto, accade una cosa simile.

In questo racconto, Gesù prende i pani, e dopo aver reso grazie li distribuisce: negli altri Vangeli, Gesù delega i discepoli dicendo «date loro voi da mangiare»; qui, invece, è Gesù stesso che distribuisce i pani e i pesci a 5 mila persone sedute per terra sul monte; Gesù distribuisce egli stesso il cibo, gratuitamente, perché è un dono di Dio.

Gesù, secondo Giovanni, dona se stesso, il suo stesso corpo, quale dono più prezioso per l’umanità prigioniera di se stessa.  Gesù insegna a donare per guarire dal proprio egoismo.

Per questo Gesù si preoccupa degli avanzi, Egli dice: «raccogliete i pezzi avanzati perché niente si perda». Infatti, Gesù dirà, successivamente: «Io sono il pane della vita» e Pietro pronuncerà la sua confessione di fede con queste parole: «Signore, da chi andremo noi? Tu solo hai parole di vita eterna» (v.68).

Queste parole spiegano il senso del racconto in cui Gesù distribuisce dei pani e dei pesci.

L’autore del Vangelo, Giovanni, però, non ha voluto raccontare questo miracolo per porre l’accento sull’onnipotenza di Gesù.

Il miracolo più grande e più vero, il segno autentico di questo racconto è che Gesù offre a tutti la possibilità di vivere una esistenza di condivisione, di solidarietà, di dialogo efficace, di comunione con il nostro prossimo. Si tratta della possibilità di avere relazioni umane con tutti/e, relazioni autentiche, non dettate dal tornaconto o da egoismi, né da interessi o da contraccambi. Gesù ci offre la serenità di poter vivere la gioia della gratuità, la possibilità di costruire ponti e riconciliazione.

Questo atteggiamento della vita dà sostegno e senso alla nostra esistenza quotidiana, altrimenti arida, sterile e infeconda.

Siamo invitati a rendere grazie a Dio per ogni dono, il più grande dei quali è Gesù stesso che è venuto nel mondo, ha annunciato la Parola di Dio e ha donato se stesso, gratuitamente. Allora è per questo che Gesù dirà: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Matteo 10,8).

Gesù distribuisce pane e pesci gratuitamente.

Gesù offre a tutti quella Parola concreta che dove arriva produce i suoi frutti. Il frutto della Pasqua in Israele è stata la liberazione dalla schiavitù, così Gesù festeggia con noi la sua Pasqua, la liberazione che egli stesso ci dona; Gesù è il Signore che ci permette di essere liberati dalle nostre incapacità di condividere ciò che abbiamo e di avere piena comunione; ci libera dai nostri individualismi, dalla nostra convinzione secondo cui da soli possiamo farcela; La Parola di Gesù è tanto gratuita che ci libera da noi stessi, dai nostri egoismi che ci imprigionano, per farci partecipare ad un banchetto che vuole essere una festa della fraternità, dell’accoglienza dell’altro/a e della comunione che Gesù ha voluto instaurare attraverso lo stretto legame del suo amore soverchiante.

Tutto questo è possibile, non si tratta della predicazione astratta del pastore che parla di fantascienza, non si tratta di moltiplicare le poche risorse che abbiamo.

È vero, ai nostri occhi si presentano solo pochi pani e pochi pesci: è la nostra pochezza, sono i nostri limiti umani, le nostre parzialità, il nostro poco amore. Ma è qui che il messaggio biblico diventa davvero potente per noi, esso ci dice che Gesù stesso trasforma la nostra pochezza in abbondanza, Gesù ci dona quel cibo abbondante che ci permette di ricevere tutte le forze necessarie per andare incontro alla vita, per proseguire il nostro cammino, per andare incontro all’altro fratello, all’altra sorella, che possono essere deboli, affaticati, umiliati, discriminati, allontanati e respinti.

Questo è il progetto di comunione di Dio, un progetto di fraternità umana e di condivisione delle risorse umane; un progetto possibile perché non dipende da noi, ma da Cristo che lo realizza nel suo donarsi concretamente all’umanità.

A noi la risposta alla sua proposta di vita; l’umanità ha solo una speranza, quella di ricevere gratuitamente l’amore di Dio che permette una trasformazione radicale del mondo, della storia e della società umana.

Diventiamo, dunque, proclamatori e operatori di questo nuovo mondo.

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Pastore Giuseppe Ficara

Consacrato nel 1992, ha svolto il suo ministero nelle chiese di Riesi, Caltanissetta, Agrigento, Trapani e Marsala, Palermo.
Pastore a Luserna San Giovanni da Agosto 2013.

 

Indirizzo: Via Beckwith 49, Luserna San Giovanni (TO), 10062, ITALIA

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