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Martedì, 05 Aprile 2016 11:51

Sermone di domenica 3 aprile 2016 - Giornata della legalità (Deuteronomio 10,17-18)

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Testo della predicazione: Deuteronomio 10,17-18

Il Signore, il vostro Dio, è il Dio degli dèi, il Signore dei signori, il Dio grande, forte e tremendo, che non ha riguardi personali e non accetta regali, che fa giustizia all'orfano e alla vedova, che ama lo straniero e gli dà pane e vestito.


Sermone

Il libro del Deuteronomio è il libro delle prescrizioni, dei precetti, delle regole e comandi rivolti al popolo d’Israele. Spesso vi è riportata una minuzia di particolari da osservare con grande scrupolo, i casi che possono accadere nella realtà umana sembra che siano tutti considerati meticolosamente.

Si tratta di esortazioni date per evitare errori e di cadere nelle maglie del male e della malvagità, e ciò attraverso la mera osservanza di tutte regole. Perciò dirà il Salmo 34 «Allontànati dal male e fa' il bene; cerca la pace e adoperati per realizzarla» (Salmo 34,14).

Nel nostro brano, l’autore parla del comportamento di Dio nei confronti di coloro che non osservano le sue esortazioni e cercano di abbonirsi Dio rivolgendogli offerte, doni e regalie.

L’autore biblico presenta un Dio che “incarna”, nel suo essere, il suo progetto di bene per l’umanità: innanzitutto Dio è un Dio che rende giustizia a coloro che hanno ricevuto ingiustizie a motivo del loro essere poveri e senza mezzi di sostentamento come potevano esserlo, all’epoca, l’orfano, la vedova.

Ma in questo elenco di persone che attendono giustizia vi è anche lo straniero che poteva essere considerato senza diritti perché fuori dalla sua patria dove, invece, si sarebbe sentito al sicuro e protetto.

Il testo dice che «Dio ama lo straniero e gli dà pane e vestito». Dunque, Dio non transige nel portare avanti la giustizia, non può che usare imparzialità ed equità verso tutti. Perciò, dice il nostro brano, «Dio non ha riguardi personali» e «non accetta regali», non si lascia corrompere per chiudere un occhio sulla disonestà e sull’ingiustizia, sulla parzialità e l’arbitrio di chi trasforma il proprio potere in strapotere per accaparrare, accumulare illegalmente, a proprio vantaggio e a scapito dei cittadini e delle istituzioni.

Il Signore non ha riguardi personali, non distribuisce raccomandazioni ai più meritevoli, ma tratta tutti allo stesso modo, con imparzialità per il bene di tutti perché è questo bene che Dio vuole per tutti i suoi figli. Una logica diversa dalla nostra, che orienta la nostra benevolenza verso chi la merita.

Pensandoci bene, però, Dio non è con tutti imparziale, anzi, mette in atto la sua parzialità perché si schiera: Dio si schiera a favore dei deboli, dei “senza voce”, per difendere i loro diritti, i diritti di chi è discriminato perché povero, straniero, vedova, orfano, perché in prigione, perché divorziato, oppure perché è omosessuale, perché ha la pelle di un altro colore, la cultura diversa, la religione diversa, o perché è una persona malata e non ha i soldi per pagare le terapie mediche. Dio si schiera dalla parte degli ultimi.

Questo è Dio!

E tu, come sei? Da che parte ti schieri?

Credere in questo Dio, significa rivolgere lo sguardo verso le persone più deboli, verso gli ultimi, le persone invisibili; significa lottare per i loro diritti e perché abbiano pane e vestito e la possibilità di un impegno sociale nella trasformazione della società in cui viviamo.

Diversamente, sappiamo bene che dove governa indisturbata la corruzione e l’ingiustizia, salgono i costi sociali e i deboli vengono sempre più emarginati e impoveriti. Mentre si tagliano le spese per i disabili, i malati e la sanità in genere e non quelli di chi siede su seggi di potere e dovrebbe essere integro e amare l’equità e la correttezza.

Dio non ha riguardi personali verso di te o verso di me, fratello, sorella; Dio è colui che ti libera dall’ingraziarti Dio, il suo favore; e questa libertà ti permette di volgere lo sguardo non su di te, ma su coloro che sono ai margini a causa di un sistema avvelenato dall’ingiustizia dove prevalgono interessi personali e corruzione.

Dio non accetta regali! Questo significa che siamo liberati dal dovere di compiere quelle buone opere che hanno lo scopo di accattivarci il suo favore e di ricevere le sue attenzioni, il perdono e la salvezza. Dio non accetta regali perché agisce per grazia, perché, gratuitamente, ci offre le sue attenzioni, il suo amore soverchiante, il suo perdono.

Dio ci libera da ogni angoscia e dalla paura delle nostre incapacità e di essere all’altezza di meritare ciò di cui abbiamo bisogno.

Tuttavia, egli è un Dio esigente e ci dà ogni giorno la possibilità, sempre nuova, di vivere con gioia e responsabilmente, nella società in cui viviamo, la gratuità dell’amore, del perdono, del nostro impegno e del nostro lavoro per una società sempre più giusta e solidale.

Così il profeta Isaia potrà dare una risposta a coloro che si domandano: chi mai potrà scampare al giudizio di Dio? Così il profeta risponde:

«Soltanto chi parla e agisce con onestà,
chi non approfitta del suo potere per calpestare i poveri e non si lascia corrompere;
chi non dà ascolto a progetti di male» (Isaia 33,15).

 

Amen!

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Pastore Giuseppe Ficara

Consacrato nel 1992, ha svolto il suo ministero nelle chiese di Riesi, Caltanissetta, Agrigento, Trapani e Marsala, Palermo.
Pastore a Luserna San Giovanni da Agosto 2013.

 

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