Culto domenicale:
ore 10,00 Tempio dei Bellonatti

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Domenica, 01 Novembre 2015 12:32

Sermone di domenica 1 novembre 2015 - Domenica della Riforma (Matteo 5,2-10)

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Testo della predicazione: Matteo 5,2-10

Gesù insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli. Beati quelli che sono afflitti, perché saranno consolati. Beati i mansueti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli».

Sermone


Cari fratelli e care sorelle, le beatitudini, nel Vangelo di Matteo, sono l’apertura della predicazione di Gesù che annuncia il Regno di Dio. Le beatitudini sono legate al Regno di Dio che avanza tra gli esseri umani, sulla terra; i credenti che offrono se stessi, la loro vita, il loro tempo, i loro beni, sono strumenti di Dio nella storia umana, affinché il suo Regno venga davvero. Allora, i poveri, gli afflitti, i mansueti, coloro che hanno fame di giustizia, coloro che hanno misericordia verso gli altri, coloro che hanno un cuore puro, chi costruisce la pace, sono persone chiamate a essere testimoni e annunciatori del Regno di Dio. Tutto questo, perché il «Regno di Dio» non è una ideologia e basta, ma una realtà fatta di uomini e di donne, di figli e figlie di Dio.

Qui «beato» non sta per colui che, dopo morto, è avviato a un processo di beatificazione, ma beati sono i vivi, non i morti. In fondo potremmo anche tradurre la parola beati con «felici» perché Gesù parla di felicità, di gioia. Quindi, le beatitudini sono un invito alla felicità.

Gesù invita la chiesa, noi, a esprimere la felicità che Dio ci offre, non a concentrarci tristemente sui mali che affliggono tutti senza affrontarli con la forza che Dio stesso ci dona, affinché possiamo andare oltre il dolore, la sofferenza, il male, per trovare anche noi la pace e la felicità. Invece, tante volte al culto, non esprimiamo questo, non siamo allegri, mentre Gesù ci chiama ad essere la chiesa delle beatitudini, a riflettere la gioia di Dio.

Coloro che annunciano il Regno di Dio, non sono certo delle persone tristi e dimesse o pazze, che predicano cose in cui nessuno più crede. Gli uomini e le donne che annunciano il Regno di Dio sono persone che cambiamo il mondo, che propongono un rinnovamento totale e sono disposti, anche loro, a viverlo. Sono spine nel fianco di chi vuole che nulla cambi.

Ma chi sono queste persone? Cerchiamo di conoscerle:


I poveri in spirito.
I poveri sono coloro che non hanno nulla da perdere perché non posseggono nulla, non sono attaccati a una qualche ricchezza, hanno posto per gli altri nella loro vita, nel loro cuore, hanno posto per Dio. Dunque possono essere araldi e messaggeri del regno di Dio. Il ricco ha riempito tutti i suoi spazi con le sue ricchezze, in lui non c’è spazio per gli altri e tantomeno per Dio. Il ricco ha solo uno spazio ideale per Dio, il povero invece, facendo posto agli altri, nella propria casa e nel proprio cuore, nella propria anima, crea un posto fisico reale, vero, dove accoglie Dio e gli altri: ciò che hanno, lo considerano un dono per il quale non hanno fatto nessuna scalata sociale, nessuna conquista. Questo, oggi, non è ovvio per tutti.


Beati gli afflitti.
Sono coloro che prendono sul serio i mali dell’umanità. Fanno cordoglio per le violenze e le oppressioni che si oppongono con il Regno di Dio. Sono questi afflitti, però, che sono anche aperti al miracolo della consolazione, del perdono dopo l’offesa, della guarigione dopo la malattia, della pace dopo il conflitto, del rialzamento dopo la caduta, di un nuovo inizio quando tutto sembrava finito. Queste persone, gli afflitti, possono testimoniare che il Regno è davvero vicino.


Beati i mansueti.
Il Salmo 37 parla dei mansueti che erediteranno la Terra promessa. Per Gesù i mansueti erediteranno il Regno di Dio, una nuova Terra promessa. Sono coloro che si oppongono alla violenza, alla guerra, alla distruzione.


Beati gli affamati di giustizia.
Si parla della giustizia di Dio, della sua misericordia e della sua bontà. Si parla di riconciliazione che solo Dio può portare. Chi ha fame e sete di giustizia, non si rassegnerà di fronte all’enorme ingiustizia che regna nel mondo. La giustizia di Dio ha a che fare con la gratuità di Dio, con la grazia di Dio, con il rapporto tra me e gli altri: tutti rapporti fondati sulla dimensione del dono e dell’esercizio di una misericordia gratuita.


Beati i misericordiosi.
Ecco, il mondo esiste ancora perché c’è una misericordia: quella di Dio. È la misericordia che salva il mondo dalla distruzione, che lo preserva dalla violenza e dalla crudeltà. Quando muore la misericordia, muore l’umanità.

Il Regno di Dio è un Regno di misericordia.


Beati i facitori di pace.
Sono coloro che hanno a cuore la pace e la riconciliazione fra i contendenti: questo è il Regno di Dio, è pace. I facitori di pace sono coloro che mettono in pratica la parola del profeta: trasformano le spade in vomeri d’aratro, le lance in roncole e non imparano più la guerra, non vogliono più uccidere, non distruggono più i ponti, ma li costruiscono.

Il Regno di Dio è regno di fraternità.


Beati i puri di cuore.
Sono quelli che hanno uno sguardo libero, schietto, autentico, senza infingimenti. Sono trasparenti come Dio che è trasparente come la luce. Il Regno di Dio è regno di trasparenza.


Beati i perseguitati.
Sono le vittime, quelle che pagano con la vita il prezzo dei valori di cui noi oggi godiamo. Sono le vittime dell’oppressione che ci hanno fatto il dono della libertà e ne hanno pagato il prezzo. Sono le vittime dell’intolleranza che ci hanno fatto il dono della tolleranza. Sono le vittime dell’ingiustizia che ci hanno fatto capire il valore insostituibile della giustizia. Sono le vittime della guerra che vorrebbero farci capire il valore della pace.


Ecco come giunge a noi il Regno di Dio: con la fede e la testimonianza di tante persone, ma soprattutto, con il modo di vivere la nostra esistenza e con le priorità che diamo alle cose della nostra vita.

Ecco cosa sono le beatitudini, ecco che cosa significa essere felici: significa vivere della promessa di Dio e incamminarsi verso un futuro nuovo che ci sta davanti.

Le beatitudini sono un cammino, non il raggiungimento di un obiettivo che ci sta sempre e comunque davanti, noi possiamo camminare seguendo una traccia che ci è indicata e questo cammino è già una parte del Regno di Dio che viene.

Il Sermone sul Monte esordisce con le Beatitudini e termina con il discorso sulle preoccupazioni: «Cercate prima il Regno e la giustizia di Dio» e tutto il resto vi sarà dato in più (Matteo 6, 33). La ricerca del Regno e della giustizia di Dio passa attraverso le beatitudini, cioè attraverso coloro che si sentono interpellati da questa Parola per rendere visibile il regno di Dio qui e ora. Amen!

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Pastore Giuseppe Ficara

Consacrato nel 1992, ha svolto il suo ministero nelle chiese di Riesi, Caltanissetta, Agrigento, Trapani e Marsala, Palermo.
Pastore a Luserna San Giovanni da Agosto 2013.

 

Indirizzo: Via Beckwith 49, Luserna San Giovanni (TO), 10062, ITALIA

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