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Domenica, 15 Gennaio 2017 12:51

Sermone di domenica 15 gennaio 2017 (Esodo 33,17-23)

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Testo della predicazione: Esodo 33, 17-23

Il Signore disse a Mosè: «Farò anche questo che tu chiedi, perché tu hai trovato grazia agli occhi miei, e ti conosco personalmente». «Mosè disse: «Ti prego, fammi vedere la tua gloria!» Il Signore gli rispose: «Io farò passare davanti a te tutta la mia bontà, proclamerò il nome del Signore davanti a te; farò grazia a chi vorrò fare grazia e avrò pietà di chi vorrò avere pietà». Disse ancora: «Tu non puoi vedere il mio volto, perché l'uomo non può vedermi e vivere». E il Signore disse: «Ecco qui un luogo vicino a me; tu starai su quel masso; mentre passerà la mia gloria, io ti metterò in una buca del masso, e ti coprirò con la mia mano finché io sia passato; poi ritirerò la mano e mi vedrai da dietro; ma il mio volto non si può vedere».

Sermone

Mosè vuole vedere il volto del Signore.

Cari bambini e bambine, sapete chi è Mosè?

Certo che sì, Mosè è quello che quando nasce doveva morire perché il Faraone d’Egitto voleva uccidere tutti i bambini maschi. Così sua madre lo mette in una cesta di vimini e lo lascia galleggiare sul fiume Nilo, sperando che, lontano dal Faraone, qualcuno lo avrebbe salvato e preso con sé.

E così succede davvero, ma non andrà lontano quel cesto col bimbo dentro, sarà la figlia del Faraone che lo noterà e lo prenderà con sé. Vivrà alla corte del Faraone, proprio lui, il bimbo che voleva morto.

Ma Mosè non era egiziano, era ebreo, e così difende gli ebrei schiavi in Egitto e costretti a lavorare per costruire i palazzi sontuosi del Faraone. Mosè non tollera l’ingiustizia e la prepotenza. Così scappa lontano, e lontano dall’Egitto, sul monte Sinai incontra Dio.

Prima non lo conosceva, neppure lo aveva mai sentito nominare, e ora Dio si presenta a Mosè per parlargli. Lo attira sul monte con un albero che bruciava, ma non si consumava mai. Così, Dio parla a Mosè per dirgli che lo aveva scelto per liberare il suo popolo schiavo degli egiziani e costretto ai lavori forzati.

Così, Mosè ha il grande coraggio di andare dal Faraone per dirgli di liberare il popolo schiavo, gli ebrei. Ma il faraone non voleva rinunciare a tanta manodopera gratis, non voleva rinunciare ai suo nuovi palazzi e si rifiuta. Ma poi Dio lo costringerà a cedere e a lasciare andare gli ebrei.

Essi partono, ma si trovano davanti al mare da attraversare, con gli egiziani che li inseguono per ucciderli, perché il Faraone non voleva più lasciarli andare, era molto arrabbiato.

E Dio apre il mare e lo fa attraversare come si attraversa la terra asciutta, così gli ebrei sono salvi. Il mare si chiude dietro di loro e gli egiziani non possono raggiungerli con i loro pesanti carri da guerra.

Gli ebrei sono liberi, da ora in poi saranno un vero popolo che si chiamerà Israele. Ma un popolo ha bisogno di regole e di leggi per restare unito e non dividersi, per restare libero.

Così Dio dà a Mosè i Dieci Comandamenti, quelli che ci sono scritti su quella lapide attaccata alla parete. Dieci regole per restare per sempre liberi come aveva voluto il Signore. E questo accade, di nuovo sullo stesso monte, il Monte Sinai.

E Israele aspetta, aspetta ai piedi della montagna e diventa impaziente, e non crede più che sia stato Dio a liberarlo, perché non riescono a vederlo: e sì, Dio non si può vedere, nessuno può vedere Dio. Allora se ne costruiscono uno, tutto d’oro, che ha il corpo e la faccia di un vitello, con le corna, pensando così che quello era il loro dio, forte, che li proteggeva.

Ma Dio possiamo sentirlo vicino a noi, sì perché ci aiuta sempre, ma non possiamo vederlo.

Ora Israele aveva bisogno di una terra dove abitare, così Dio prepara loro un territorio dove finalmente potrà vivere in pace e non più schiavo. Ma è lontano, e il deserto è tanto grande, così Israele vaga e cammina lungo quel deserto per tanti anni, per quaranta lunghi anni. Molti sono diventati vecchi, altri sono morti. Ma sono nati tanti bambini e ci sono tanti giovani che andranno ad abitare nella nuova terra.

Anche Mosè è diventato vecchio, probabilmente non riuscirà a vedere la terra che Dio ha promesso, anzi ne è certo.

Così chiede a Dio di fargli un altro regalo, di farlo felice come se avesse visto la terra promessa, chiede a Dio di vedere la sua faccia. Solo lui, sì, Mosè voleva avere questa gioia prima di morire. Ma è possibile vedere Dio? No! Perché?

Perché Dio non è di carne e ossa, ha una dimensione diversa del nostro corpo, i nostri occhi sono troppo limitati per vederlo, così anche la nostra mente per contenere tutto quello che Dio è: la sua luce, il suo amore, la sua forza, la sua guida, la sua Parola. Dio si avvicina a noi perché ci ama, ci ascolta e ci parla con la nostra lingua, così possiamo capire che ci vuole bene e vuole sempre starci vicino.

Ma a Mosè non basta e chiede a Dio di vedere la sua faccia.

Ma Dio non si può vedere!

Forse Mosè pensa di poter racchiudere Dio nella sua piccola mente? Pensa forse che vedere Dio, poi impegni Dio stesso a seguire Mosè e il popolo come un genio della lampada?

Dio ricorda a Mosè che il suo viso non si può vedere. Non si tratta di Dio che si nasconde, ma di un Dio che non possiamo possedere come un oggetto e ci ricorda anche che nessuna persona può possedere un’altra persona, nessuno può essere schiavo di un altro.

Dio è libero e vuole che anche tutte le persone siano libere di vivere in pace, senza la guerra, senza violenza, senza dover scappare attraverso il deserto o attraverso il mare per avere salva la vita. Mosè voleva soltanto che Dio si impegnasse ad accompagnare Israele lungo il suo cammino nel deserto. Perciò Dio risponde così a Mosè: «Io ti coprirò con la mia mano finché io sia passato, poi ritirerò la mano e mi vedrai da dietro, ma il mio volto non si può vedere».

Mosè vedrà Dio alle spalle, dopo che sarà passato. Questo ci vuole insegnare che Dio è sempre davanti a noi. Questo significa che Dio camminerà nel deserto davanti a popolo come una guida che apre la strada. Dio promette questo a Mosè.

Anche noi possiamo vedere Dio alle spalle quando lo seguiamo, quando seguiamo i suoi insegnamenti. Sì, Dio sta sempre davanti a noi per proteggerci. Dio ci fa guardare avanti, perché lui è davanti a noi. Nessuno deve mai guardare indietro, al passato. Seguire Dio significa guardare avanti, lontano.

Così, Dio pronuncia una promessa: Io sarò davanti a te”.

I nostri occhi spesso riescono a vedere solo la buca nella pietra dove Mosè ha posto la sua faccia, solo quando Mosè esce da quella buca può vedere Dio, da dietro, dopo che è passato: Dio che gli sta davanti, che ci apre la strada verso il futuro, ci accompagna e non ci lascia mai soli. Amen!

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Pastore Giuseppe Ficara

Consacrato nel 1992, ha svolto il suo ministero nelle chiese di Riesi, Caltanissetta, Agrigento, Trapani e Marsala, Palermo.
Pastore a Luserna San Giovanni da Agosto 2013.

 

Indirizzo: Via Beckwith 49, Luserna San Giovanni (TO), 10062, ITALIA

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