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Domenica, 21 Ottobre 2018 19:32

Sermone di domenica 21 ottobre 2018 (I Corinzi 13,1-8.13)

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Testo della predicazione: I Corinzi 13,1-8. 13

Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore, sarei un rame risonante o uno squillante cembalo. Se avessi il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede in modo da spostare i monti, ma non avessi amore, non sarei nulla. Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, se dessi il mio corpo a essere arso, e non avessi amore, non mi gioverebbe a niente. L’amore è paziente, è gentile; l’amore non invidia, non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non s’inasprisce, non tiene conto del male, non gioisce per l’ingiustizia, ma si rallegra per la verità; sopporta ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, è paziente in ogni cosa. L’amore non viene mai meno. Ora dunque queste tre realtà rimangono: fede, speranza, amore. La più grande di esse, però, è l’amore.

Sermone

Care sorelle, cari fratelli, l’apostolo Paolo ci parla dell’amore, ma non fa un discorso filosofico, non dice quello che l’amore è con una serie di aggettivi, ma parte dalla concretezza della vita di tutti, dai nostri gesti di solidarietà, di affetto, fraternità, spiegando che tutto quello che facciamo non avrebbe senso se fatto senza amore, se non fosse ispirato dall'amore.

Neppure l’essere saggi, o preparati teologicamente ad affrontare la vita o a compiere gesti che sanno di miracoloso, hanno un valore in sé che possa dare un senso all’esistenza se non sono ispirati dall’amore di Dio.

Neppure l’essere martiri o benefattori generosi, in sé possiede un valore che dia un senso profondo alla nostra vita. L’apostolo sostiene, invece, che il credente fonda il suo essere sull’amore e che solo l’amore, che porta con sé qualcosa di divino, può davvero permetterci di uscire fuori dalla routine e dal non senso che spesso si presentano nelle nostre giornate.

L’apostolo Paolo parla dell’amore come di qualcosa che è sempre in azione, una forza che mette in moto le persone, le une verso le altre; l’amore permette l’incontro sereno, il confronto pacato, il dialogo costruttivo.

L’amore non ha confini, non ha frontiere di religione o di etnie, non ha un colore della pelle, ovvero ha tutti i colori della pelle, il carattere di tutti, le fragilità di tutti, i limiti, il peccato di tutti, e li supera; l’amore non tiene conto del male, dimentica i torti ricevuti.

L’amore getta ponti, l’indifferenza e il disinteresse, invece, li abbattono. L’apostolo Paolo non ci chiede di non fare il male, ma ci chiede un’azione concreta, un fare che ci rende attivi, partecipi, attraverso l’amore che costruisce qualcosa di nuovo, un mondo nuovo, una realtà sociale nuova, l’amore costruisce fraternità, legami, affetti, nelle relazioni sociali e umane. Perché l’amore è capace di ascoltare, di capire le ragioni dell’altro, di immedesimarsi, di compenetrarsi in una situazione nuova, senza paura.

Nel brano che abbiamo ascoltato, l’apostolo Paolo relativizza le esperienze umane, perfino quelle miracolose, perché ciò che dà senso a ogni cosa e ad ogni attimo di vita è l’amore, quello di Dio per noi che ci rende capaci di amare e ci impegna ad amare.

Per questo l’apostolo può dire: l’amore non verrà mai meno, perché senza l’amore noi non esisteremmo. Un teologo del ‘900, Karl Barth, diceva che Dio ci ha creati perché sovrabbondava d’amore. Un amore che aveva bisogno di qualcuno, altro da sé, da amare. Paradossalmente, siamo una necessità in Dio, siamo stati creati, per essere l’oggetto dell’amore di Dio.

Un amore che per noi è vita!

Nella prima lettera di Giovanni è riportata l’unica definizione che la Bibbia dà di Dio: «Dio è amore» (I Giovanni 4,8 e 16).

Quando la Bibbia parla dell’amore, parla della vita. Dire che «L’amore non verrà mai meno» significa credere nella promessa di vita, cioè di nuove possibilità che abbiamo di vivere e di agire, ogni giorno; possibilità che costruiscono un mondo sempre più autentico.

Certo, le nostre esperienze umane sanno di caducità, di debolezza, di imperfezione, ed è proprio in questa nostra realtà che l’amore di Dio si presenta come quella realtà perfetta che supera ciò che perfetto non lo è. È il luogo in cui davvero Dio è presente in modo pieno, nella nostra storia, nel nostro mondo: l’amore è quella promessa di un futuro grande e meraviglioso, non che ci attende un giorno, ma un futuro anticipato già nell’oggi, nel presente, nella nostra vita quotidiana di tutti i giorni; un futuro che ci viene offerto, come dono, come proposta, come valore che dà senso ai nostri giorni e alla nostra quotidianità.

E pensando a Margherita che oggi ha ricevuto il battesimo, possiamo pensare a questa promessa di un nuovo futuro che di delinea chiaramente davanti a noi. Margherita, Emma e tutti i nostri bambini fanno parte di questa promessa di Dio. A noi credere che trasmettendo loro tutto l’amore di cui ci sentiamo amati, il mondo risulterà più vero, autentico, integro, schietto, leale.    

Questo è l’amore è l’e­spressione della vita che ha una sostanza.

Sì, l’amore non è un sentimento di simpatia, esso cambia il nostro modo di vivere, il nostro modo di vedere e di guardare gli altri; l’amore ha una logica diversa da quella umana. Noi pensiamo così: «Non si fa niente per niente»; mentre la logica dell’amore è la gratuità. L’amore è gratuito, non si paga, l’amore non chiede nulla in cambio, non fa qualcosa per ricevere in cambio qualcos’altro.

Tutto questo, quest’azione gratuita dell’amore, è in fondo la presenza di Dio in mezzo a noi che agisce silenziosamente attraverso piccoli gesti gratuiti di amicizia, di affetto, di solidarietà, di compassione, di accoglienza, di riconciliazione.

Un giorno, i limiti umani saranno supera­ti – dice l’apostolo Paolo - ma ciò che oggi supera ogni limite umano è l’amore. L’amore che rimarrà inalterato anche quando la fede e la speranza diventeranno superflue nel Regno di Dio. Di tre cose oggi abbiamo bisogno: di avere fede, di sperare nel nostro futuro e dell’amore che rende la nostra vita degna di essere vissuta.

L’apostolo Paolo, in fondo, lega le tre realtà di fede, speranza e amore alle parole di Gesù che parla di via, verità e vita. Perché è proprio nella fede che riceviamo in dono la via che ci conduce alla presenza di Dio; così come è la verità che ci permette di sperare e credere nelle promesse di Dio che ci aprono al futuro; così come la vita non è altro che quel dono dell’amore di Dio che ha determinato il nostro esistere, la nostra vita stessa.

Come credenti, noi tutti viviamo nell’orizzonte di questa promessa di Dio, siamo chiamati a credere malgrado i nostri limiti umani, le contraddizioni che ci caratterizzano tutti. E tutti restiamo oggetto dell’amore di Dio che non verrà mai meno, neppure davanti alle prove più difficili da affrontare. Sì, perché l’amore è forte, è tenace. L’amore non si arrende, mai!

Il Signore dia a tutti noi quella consapevolezza che sempre siamo raggiunti da Dio che ci sostiene con il suo amore che non ci fa mai sentire soli: questa è la fede. Ci dia anche quella speranza che ci permetta di guardare con fiducia verso il vostro futuro e quell’amore che determina una vitalità ricca delle benedizioni del Signore. Amen!

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Pastore Giuseppe Ficara

Consacrato nel 1992, ha svolto il suo ministero nelle chiese di Riesi, Caltanissetta, Agrigento, Trapani e Marsala, Palermo.
Pastore a Luserna San Giovanni da Agosto 2013.

 

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